In centinaia domenica per l’evento all’antica ferrovia delle arance. Mascali: «Il futuro è fare rete, lavorare insieme per costruire un cammino comune!»
Grande successo domenica 10 aprile per la nona Giornata nazionale delle Ferrovie non Dimenticate, che ha avuto come cuore pulsante la vecchia stazione di San Marco di Paternò. L’ormai dismessa “ferrovia delle arance”, che un tempo collegava Motta Sant’Anastasia a Regalbuto passando per la stazione di San Marco, è al centro di un importante progetto di recupero – “S.U.d.S.”, ovvero “Stazioni Unite del Simeto” – ad opera del Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto e di un collettivo di associazioni locali. L’evento di domenica, patrocinato dal Comune di Paternò, ha voluto costituire il punto di partenza di un percorso di recupero del territorio e delle sue potenzialità: attraverso l’azione strategica partecipata si spera di dare una nuova spinta economica e culturale all’intera area della Valle.
Circa trecento i partecipanti, che durante la giornata in un clima di grande festa hanno preso parte alle attività previste dal programma. Le associazioni SiciliaAntica e Batarnù hanno curato l’escursione guidata in trekking tra i binari della ferrovia dismessa che dalla stazione di San Marco portano al passaggio a livello di Via dei Mulini, alle “Salinelle dei Cappuccini” fino al sito archeologico della collina di San Marco. E ancora si sono svolte la visita guidata alla Collina storica e al Museo Multimediale a cura della Pro Loco di Paternò e dell’associazione Alzheimer Paternò, l’interessante escursione naturalistica nell’Oasi avifaunistica di Ponte Barca e l’escursione in mountain bike tra le rovine del Castello di Poira.
In tarda mattinata si è svolta la riunione che ha sancito l’insediamento del Comitato promotore del Biodistretto “Valle del Simeto”, da parte del Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto e dell’AIAB Sicilia Onlus, che si occuperà di raccogliere le istanze degli agricoltori della Valle tentando di metterle in rete per lo sviluppo produttivo della zona. Alle 13.00 la pausa pranzo con tre menù differenti (tradizionale, vegano e vegetariano), ma tutti all’insegna del cibo biologico di produzione locale, curata nell’aspetto organizzativo dall’associazione “Cultura&’Progresso” e dal G.A.S. Simeto (il Gruppo di Acquisto Solidale del Simeto).
Nel corso della giornata diversi i momenti dedicati all’intrattenimento, come il concerto di musica popolare del Pietro Calvagna Quartet, le spettacolari performance di giocoleria e trampoli a cura della Compagnia Batarnù e lo spettacolo di teatro di figura. Spazio anche per le mostre fotografiche allestite tra i binari e all’interno della Stazione di San Marco, come la mostra storica e documentaristica sui progetti della Ferrovia delle arance, la mostra “I Binari del Tempo – personale fotografica di Alfio Bottino” ed altre esposizioni a cura del Collettivo S.U.d.S., Associazione Ferrovie Kaos, Gruppo fotografico Le Gru e Liotrum photos.
Yvii24 ha raccolto le dichiarazioni di alcuni membri aventi ruolo attivo nell’ambito del Patto di Fiume Simeto, quali Carmelo Caruso, Vicepresidente del Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto e David Mascali, membro della Commissione in seno all’Assemblea del Patto di Fiume, che si dicono soddisfatti della buona riuscita dell’evento e fiduciosi rispetto al futuro della Valle: «Dalla giornata di ieri – dichiara Carmelo Caruso – possiamo trarre due conclusioni importanti. La prima è che l’obiettivo del Presidio e del Patto di Fiume di costruire una identità simetina sta venendo raggiunto giorno dopo giorno: per l’organizzazione dell’evento sono accorsi volontari da tutta la Valle, perché hanno sentito quel luogo come casa propria. La seconda è che la grande partecipazione all’evento ci mostra come la comunità sia pronta a lavorare sodo quando si ottengono risultati concreti, e questa concretezza deve diventare il nostro pane quotidiano».
Grande soddisfazione anche nelle parole di David Mascali: «Eventi come questo rappresentano dei piccoli miracoli: cittadini, associazioni, comunità che si riappropriano e fanno rivivere spazi abbandonati all’incuria che però hanno ancora tanto da raccontare. Il sogno della Greenaway del Simeto è in fondo questo: riconnettere fisicamente e spiritualmente una intera Valle, le comunità alla campagna, il presente ed il futuro al nostro passato. Il modello e la visione del Patto stanno ormai prendendo largo. Il futuro è fare rete, lavorare insieme ed insieme sognare e costruire un cammino comune».