Chiesa di Santa Barbara gremita per l’estremo saluto al cuoco trentenne. Il 9 marzo l’incidente probatorio
Si son svolti questo pomeriggio a Paternò, all’interno della chiesa di Santa Barbara, i funerali di Alfio Fallica, il cuoco 30enne ucciso a coltellate il 25 febbraio scorso, senza un apparente motivo, da un collega nel ristorante “Pulcinella” di Montecarlo. La salma era arrivata ieri mattina a Paternò e da quell’istante, nell’abitazione dei genitori della giovane vittima, è stata una processione di amici e parenti giunti a confortare la famiglia e manifestare vicinanza, per l’immane dolore e l’immensa tragedia. Insieme ai genitori, anche la giovanissima vedova, convolata a nozze con Alfio meno di un anno fa.
Intanto è stato fissato al 9 marzo prossimo, dal Tribunale di Imperia, l’incidente probatorio nel quale sarà ufficializzato l’incarico assegnato a Gabriele Rocca, medico legale di Genova, per valutare le condizioni psichiche dell’assassino, il giovane chef albanese Rikard Nika, che si trova attualmente recluso nel carcere genovese di Marassi.
Gli inquirenti italiani sono in attesa di ricevere gli esiti dell’autopsia svoltasi venerdì scorso nello stato transalpino.
Intanto i magistrati di Montercarlo hanno spiccato un mandato di cattura internazionale per il cuoco albanese, il quale subito dopo aver commesso il delitto si spostò con il suo scooter dal Principato a Bordighera dove l’uomo vive da tempo; e fu proprio nelle città ligure che i Carabinieri lo notarono vagare in stato confusionale, con gli abiti insanguinati e con delle ferite sul corpo. Nika aveva con se un coltello da cucina di 20 centimetri, inviato al vaglio dei Ris. È la giustizia italiana ad occuparsi del caso, in quanto si tratta di un «delitto di cittadino all’estero». Montecarlo potrebbe chiedere l’estradizione.
Sul movente del delitto, l’ipotesi più accreditata è quella che Alfio Fallica sia stato solo vittima casuale di presunte «manie di persecuzione» di Nika che il perito dovrà stabilire se abbiano davvero influito nell’omicidio.