Intervista al primo cittadino dopo lo scontro sulla mancata seduta del 28 febbraio. Per il sindaco non c’è alcuna correlazione fra rimpasto e mancanza della maggioranza in aula
Continua a tenere banco, a Paternò, la questione seduta consiliare del 28 febbraio convocata sull’anticipo di liquidità per 2 milioni e 600 mila euro e fallita per mancanza del numero legale. Per la cronaca, il consesso ha poi dato il via libera alla richiesta di anticipo venerdì primo marzo, giorno successivo alla seduta incriminata del 28, nonché giorno successivo alla scadenza. Il sindaco Nino Naso ha chiesto all’Anci di accordare una proroga per consentire al Comune di Paternò di avvalersi ugualmente dell’anticipo di liquidità.
Per quella seduta non decollata a causa della mancanza del numero legale, il sindaco Nino Naso è andato su tutte le furie puntando il dito contro la minoranza che ha abbandonato l’aula dopo aver constatato che non tutti i consiglieri di maggioranza erano presenti: se ne contavano 11 su 14 del cartello che sostiene l’amministrazione comunale.
Su questa vicenda e sul rimpasto in giunta (ancora priva di due assessori), abbiamo intervistato il primo cittadino che attacca di sciabola la minoranza ed esclude qualsiasi collegamento fra l’assenza di tre consiglieri di maggioranza e l’imminente nomina dei due componenti della giunta.
Sindaco qual è la sua posizione su questo voto mancato del 28 febbraio che ha visto la minoranza abbandonare l’aula facendo venir meno il numero legale?
È stata una vigliaccata e una fangata dei consiglieri di opposizione nei confronti della città. Vedendo che mancavano due nostri consiglieri, arrivati dopo pochi istanti, hanno fatto un trabocchetto, ma è un comportamento non giustificabile. L’anticipazione di liquidità è una opportunità data dallo Stato a tutti i comuni d’Italia. In altri centri, senza alcuna discussione, i consiglieri comunali l’hanno votata all’unanimita, perché non stiamo parlando di mutui o di prestiti, ma di un’anticipazione di liquidità. In pratica, il comune può avere un anticipo delle somme già stanziate e impegnate ad un tasso dell’uno per cento. Avevamo inserito una richiesta di due milioni e seicento mila euro, su cui avremmo pagato 26 mila euro di interessi, liquidando in 15 giorni imprese e professionisti che attendevano. Inoltre, non attingendo a questa legge, nel 2010 il comune sarà costretto ad accantonare somme per acquisto di beni e servizi in misura doppia rispetto al necessario: se ne prevediamo per un milione, dobbiamo accantonarne per due.
Francamente non capisco cosa l’opposizione abbia voluto fare. I consiglieri dovrebbero essere per la città e, comunque, dovrebbero esprimere in aula il proprio pensiero sul provvedimento. L’ho detto a tutti i consiglieri, soprattutto a quelli del Movimento 5 Stelle, perché questa è una legge che il loro governo esibisce come fiore all’occhiello perché dà respiro alle imprese. Rinviando la seduta hanno fatto solo un danno alla città. Io non avevo minimamente pensato che i consiglieri di opposizione potessero comportarsi così: se lo avessi pensato saremmo stati più attenti, dicendo ai consiglieri comunali di essere puntuali, e in ogni caso si è trattato di pochi minuti, addirittura pochi secondi in un caso. Insomma: una vigliaccata enorme nei confronti della città di Paternò.
In aula, la maggioranza, non dovrebbe essere garantita dalla sua coalizione, piuttosto che dall’opposizione?
Questo non è un discorso di maggioranza o di minoranza, e poi la seduta non si è nemmeno aperta. Quando hanno visto che alcuni nostri consiglieri ritardavano, i consiglieri di opposizione che erano tutti lì, non hanno nemmeno permesso di avviare la riunione. Io non potevo pensare, e nemmeno lo Stato poteva pensare, che vi fossero consiglieri così ignoranti, nel senso che ignorano l’esistenza di una legge a favore dei loro concittadini e delle imprese, e non potevo pensare che avessero la cattiveria di schierarsi contro la città.
E voglio aggiungere che la seduta era stata convocata per il 28 febbraio perché per il 27 ce n’era un’altra aperta, e non potevamo farla prima. Siccome questo sindaco – aggiunge autocitandosi – ama troppo la città di Paternò, questo sindaco ha già parlato col presidente dell’Anci Leoluca Orlando ed ha chiesto una proroga, proprio come hanno fatto altri comuni che non hanno rispettato i termini.
Ma in questa assenza della maggioranza non si può cogliere un segnale lanciato da alcuni suoi consiglieri nei suoi confronti?
No perché l’anticipazione è stata votata l’indomani dalla maggioranza all’unanimità. Quale segnale dovrei vederci? Vedo solo l’ignoranza, nel senso che ignorano le leggi, e la cattiveria. La sera prima eravamo in Consiglio comunale e l’indomani non entrano in aula per votare un’opportunità per la città. Assurdo.
Allora è stata una ingenuità della sua maggioranza?
No, ma una manifestazione di fiducia nei confronti di una opposizione che pensavo responsabile e invece non lo è. Questi consiglieri devono risponderne alla città, non a Nino Naso. Devono spiegare perché hanno fatto perdere questa opportunità che è stata colta da quasi tutti i comuni in tutta Italia.
Quando nominerà la nuova giunta visto che mancano 2 assessori?
Intanto il sindaco è 24 ore al giorno al servizio della città. In settimana nomineremo i due assessori. È marginale rispetto a quel che è successo e d’altronde la dimostrazione che le due cose non sono collegate è il fatto che l’indomani hanno votato tutti i consiglieri di maggioranza.
Ma non ci vede nessuna correlazione fra la seduta fallita del 28, a causa della mancanza di suoi consiglieri, e il rimpasto che annuncia per questa settimana? Appare come se lei stia affrettando la nomina degli assessori proprio dopo quella seduta, quasi come se avesse colto un segnale proveniente dalla maggioranza.
La maggioranza non ha fatto cadere niente, c’erano 11 consiglieri su 14 e poi sono arrivati gli altri. La seduta è caduta perché i consiglieri di opposizione, che erano presenti e non assenti, non sono entrati in aula. Hanno chiesto l’appello e non sono entrati in aula. Questa è una legge nazionale fatta dallo Stato per tutti, non è una discussione sul bilancio. Non c’entra niente il collegamento. Su questa cosa l’irresponsabilità dell’opposizione la può vedere anche un cieco. Hanno toppato. Non mistifichiamo le cose.
Quindi non c’è nessun collegamento fra quel Consiglio comunale e il rimpasto di giunta.
Stiamo parlando di due cose diverse. I consiglieri di opposizione non sono entrati e non hanno permesso di dibattere in Consiglio comunale il punto. Se avevano dubbi o perplessità entravano in aula e in quella sede discutevano. Invece, vigliaccamente non hanno permesso che la seduta partisse pensando di fare un torto al sindaco e, invece, hanno fatto un torto alla città di Paternò. Se ne devono vergognare, tutti i cittadini sapranno e a loro dovranno spiegare perché l’hanno fatto. Questa non è politica, ma facchineria. Io ho fatto il consigliere di opposizione, ma quando c’era da votare punti come la festa di santa Barbara, o l’apertura della piscina ero in prima linea perché erano cose che interessavano la città. Un consigliere deve capire che è eletto dai cittadini, al di là del ruolo di che ognuno di noi ricopre.