Dopo le ricerche dello storico Francesco Giordano l’interesse per i “Qanāt” cresce e un incontro ne racconta l’evolversi delle scoperte
L’importanza dell’acqua, e di come preservarla, evidentemente era anche la preoccupazione dei popoli che man mano hanno dominato la collina storica paternese. Non solo gli Arabi ma anche i Normanni, e probabilmente in un’epoca anteriore qualche civiltà, volendo dominare il vulcano sottostante l’acropoli paterense, ha lasciato tracce di un percorso di canali idrici, i qanāt, che ancora oggi in qualche tratto sono utilizzati. Di questo si è discusso al convegno “Le vie dell’acqua i Qanāt”, nella Biblioteca comunale paternese.
La condotto idica che attraversa la collina storica, dunque, al centro dell’incontro dopo gli studi comparati dello storico Francesco Giordano, che anche per Yvii24 ha già pubblicato gli esiti delle sue ricerche in merito ai qanāt (rileggi l’articolo). La sala conferenze gremitissima ha con interesse e curiosità all’esposizione dei due studiosi. Ad affincare i due relatori Francesco Giordano, docente e responsabile per la ricerca storica della sezione Iblamaior dell’Archeoclub di Paternò, e Laura Maniscalco dirigente della sezione archeologica della Sovrintendenza ai Bani Culturali di Catania, il deputato regionale Gaetano Galvagno, la sovrintendente ai Beni Culturali ed Ambientali di Catania Rosalba Panvini e il presidente dell’Archeoclub di Paternò, Francesco Finocchiaro.