La sede del Circolo dei Professionisti ospiterà incontro, occasione per soffermarsi su tematiche come il rispetto e l’attenzione dovuta alle donne e ai bambini
La psicologia dell’età evolutiva insegna quanto siano importanti, sin dalle primissime fasi della vita: l’accudimento, la cura, la maniera corretta di sostenere i bambini. Questa disciplina, non è l’unica a dimostrare come sia istintiva l’attenzione verso i neonati, persino in specie non umane, ma soprattutto come sia fondamentale nella costruzione di una personalità salda e nel prosieguo della vita.
Ebbene tutto ciò manca nelle storie narrate da Emma La Spina e da qua, da queste negligenze primordiali, si innesta tutta una serie di dolori, di fallimenti relazionali imputabili all’abbandono. Anche in “Come fossi una bambola” edito da Edizioni Piemme, l’autrice catanese, racconta quattro storie di donne che sono state bambine bistrattate, poste ai margini di un’esistenza che le ha rese prima orfane, poi donne sole e fragili quindi scevre di amore, finanche di quello per se stesse, ignare del rispetto che avrebbero dovuto esigere.
“Come fossi una bambola”, verrà presentato domani a Paternò, nel salone delle conferenze del Circolo dei Professionisti, con inizio previsto per le 18:00. Interverranno all’evento, insieme all’autrice, rispettivamente l’editorialista e il direttore del periodico “L’Alba”, Norma Viscusi e Pino Pesce, mentre Jessica Gulisano leggerà alcuni brani del testo.
Quello dell’abbandono, della fatica di vivere quando si è dimenticati, è un tema ricorrente e molto caro a La Spina, che già nei due libri “Il suono di mille silenzi” e “Mille volte niente”, editi entrambi da Piemme, ha affrontato con coraggio, sollevando il dibattito su temi di cui non si parla mai abbastanza: perché – secondo la sua analisi dettata anche dall’esperienza – chi non è amato non sa di esistere.