Le dimissioni dell’assessora Maccarrone potrebbero creare nuovi equilibri nella giunta Naso. Intanto il presidente del Consiglio Sambataro replica alla minoranza
Tiene per sé le deleghe dell’assessora dimissionaria Maccarrone, il sindaco di Paternò Nino Naso, dichiarando che soprattutto per quanto concerne i Servizi sociali sarà a disposizione di chi ha bisogno. La vicenda inerente quest’uscita dalla giunta municipale da parte di Rita Maccarrone, espressione della lista “Paternò civica”, pare che non solo fosse attesa, ma addirittura protratta, perché sembrerebbe che le dimissioni fossero già stata presentate un mese fa e poi ritirate.
Dopo le elezioni politiche si saprà cosa realmente cambia nella giunta Naso, si dovrebbe conoscere – come precisato dallo stesso primo cittadino – il nome del professionista che prenderà il posto della Maccarrone, ma già si fanno avanti ipotesi neanche molte ardite.
Nuovi equilibri potrebbe trovare l’amministrazione dopo questo momento di transizione, a otto mesi di governo forse avverrà il primo rimpasto.
Tra le ipotesi in campo l’ingresso in giunta di Natalina Tempesta a sostituire la Maccarrone, ma dall’altro lato l’uscita dell’assessore alla Pubblica Istruzione e Cultura, Carmelo Maiolino, e al suo posto l’ingresso in giunta di Angelo Calenduccia di Fratelli di Paternò.
Dunque in otto, anzi quasi nove mesi di governo, quest’amministrazione avrebbe partorito un rimescolamento in giunta, e quel cambiamento? Quella “rivoluzione” invocata con tanta enfasi? Un leggero mugugno accompagna il malcontento di alcuni concittadini, rispetto alla situazione complessiva della città. Alla voce che esprime malcontento per l’attesa di un cambiamento che non arriva ancora, si contrappone la voce di chi giustifica il ritardo della “rivoluzione”, perché ci vuole tempo per certe cose.
E sì, effettivamente se si studiasse la storia è sempre meglio meditare sull’opportunità di una rivoluzione.
Tuttavia l’indice di gradimento del primo cittadino e della sua giunta è ancora molto alto: ammaliati dal Carnevale e letteralmente abbagliati dalle luci per la festa della Patrona, l’acme della soddisfazione pare sia stata raggiunta dai paternesi.
Poco decifrabile risulta in questo contesto di sospensione o attesa, anche la denuncia fatta da alcuni consiglieri comunali di opposizione sulla mancata convocazione dell’assise civica da quasi due mesi.
Anche qua bisogna vagliare più punti di vista: meno convocazioni meno oneri per la città, come ha replicato alle accuse il presidente del consiglio comunale Filippo Sambataro, il quale asserisce che il metro di valutazione dei lavori del consiglio è dato dagli incontri delle commissioni consiliari che pressoché quotidianamente – a suo dire – sono impegnate per discutere delle istanze della città. Poi c’è chi, come la consigliera Patrizia Virgillito, racconta come i suoi innumerevoli tentativi di contattare l’assessora dimissionaria per questioni inerenti i Servizi sociali, siano caduti nel vuoto, un esempio, probabilmente peregrino, di come la cooperazione tra le due istituzioni cittadine, giunta e consiglio, si sia spezzato.