Quattro vasi preistorici, una croce, un anello e monete di epoca medioevale il bottino. Preoccupazione per una comunità costantemente assediata
Un furto che rappresenta l’ennesimo colpo all’intera comunità di Paternò, bersagliata da attacchi continui fra raid vandalici, furti, inciviltà. A farne le spese questa volta, è la sezione archeologica del Museo civico “Gaetano Savasta” ospitata nei locali dell’ex Carcere borbonico, visitata due notti fa da ladri al momento ignoti, che, dopo aver forzato il portone d’ingresso e probabilmente disattivato l’allarme (che non si è attivato), hanno sottratto dalle vetrine 4 vasi preistorici (rinvenuti nella Collina di San Marco alla fine degli anni ’90), e, dai magazzini, una croce, un anello, diverse monete ed altro di origine medievale derivanti dagli scavi del 2009 presso la chiesa di Santa Maria della Valle di Josaphat. Un bilancio completo del furto si potrà ottenere solo a inventario concluso. Portato via anche l’attrezzatura di SiciliAntica utilizzata nei progetti di archeologia sperimentale.
Sul posto, fra gli altri, il sindaco Nino Naso, la dirigente del servizio archeologia della Sovrintendenza di Catania, Laura Maniscalco, i Carabinieri della Compagnia di Paternò e del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Siracusa. L’accaduto lascia supporre un furto su commissione, anche se non è completamente escluso l’atto vandalico nei confronti dell’istituzione culturale, in quanto il materiale sottratto non ha un grande valore commerciale.
«Un valore storico enorme, ma uno scarso valore commerciale» sottolinea nell’intervista rilasciata a Yvii24 il presidente di SiciliAntica Paternò Mimmo Chisari (clicca sul video in apertura per vederla).
Altri reperti di rilievo sono stati prelevati dalla Sovrintendenza che li ha così messi al sicuro.
Oltre alla presa di posizione di SiciliAntica, si registra un comunicato dell’Archeoclub “Ibla Maior” di Paternò a firma del coordinatore Mirko Oliveri: «L’ennesimo atto di sfregio nei confronti della città. Continuano ad esserci casi di furto, anche in luoghi dove la storia viene raccontata per far conoscere e ricordare l’identità di Paternò. La città è chiaramente sotto attacco e non possiamo permettere ulteriori azioni a danno del nostro patrimonio. Pertanto chiediamo l’intervento immediato delle autorità e l’istituzione di un “presidio comunale permanente sui beni archeologici, immobili e culturali”, insieme ad un sistema di sicurezza efficiente che comprenda telecamere e antifurti, al fine di preservare il patrimonio culturale della nostra città».