Nota del deputato regionale che chiede attenzione per la cittadina normanna alla luce degli scavi già effettuati sull’acropoli dagli anni ’90 ad oggi
«Nella costruzione del Piano Paesaggistico, durante la passata amministrazione, la città di Paternò non è riuscita a cogliere una importante opportunità necessaria al suo sviluppo, specialmente in ambito archeologico». Lo scrive in una nota il deputato regionale di “Fratelli d’Italia” Gaetano Galvagno, intenzionato a porre la questione scavi archeologici e valorizzazione delle emergenze storiche a Paternò.
«Si rende necessario fare chiarezza per individuare coloro i quali hanno precise responsabilità e rispondere alle diverse sollecitazioni che provengono dai cittadini e dalle associazioni, colmando perciò le lacune e le carenze nel Piano presentato – prosegue il deputato paternese –. Nei due anni di confronto intercorso tra la Soprintendenza e il Comune con gli uffici preposti, la comunità e gli addetti ai lavori lamentano di non essere stati coinvolti. La conseguenza è stata l’omissione di alcuni siti che avrebbero potuto ottenere maggiori attenzioni da parte della Regione attraverso il Piano Paesaggistico. La città di Paternò deve essere posta al centro delle attenzioni regionali in virtù degli scavi già effettuati sull’acropoli dagli anni ’90 ad oggi, per migliorare la loro fruibilità e la loro tutela, evitando casi come quello di Cristo al Monte (sito greco-romano oggetto di vandalismo e non citato tra i beni archeologici di Paternò ndr).
È mia intenzione programmare un sopralluogo con l’assessore Tusa e predisporre una serie di scavi estensivi sull’acropoli per svelare l’anima greco-romana che già in molti scavi è emersa. La Regione verrà inoltre impegnata a incentivare le attività di studio coinvolgendo le università regionali, nazionali e internazionali, associazioni di volontariato culturale, l’amministrazione e le scuole oltre, naturalmente, alla Soprintendenza».
Il deputato, che ha intenzione di sollecitare l’esposizione di reperti greco-romani conservati nei depositi paternesi e il rientro in città di altri importanti reperti conservati in diversi musei regionali e internazionali, conclude: «Occorre sostenere una nuova stagione di scavi, dall’acropoli verso il fiume. Una nuova stagione di studi e ricerche in questo territorio che da troppo tempo nasconde le sue risorse culturali, utili per rilanciare l’economia nella Valle del Simeto. È arrivato il momento di pianificare un programma culturale complessivo e integrato che veda a lavoro tutti gli attori protagonisti per rilanciare la città di Paternò».
FOTO DI REPERTORIO