La neonata associazione “Cettina Busacca”, che vuol mantenere viva la memoria, ripropone le melodie dialettali del Natale
Il Natale in Sicilia, anzi a Paternò, questo è stato rappresentato attraverso i canti della tradizione popolare e gli scatti delle edizioni delle manifestazioni natalizie, più significative della storia comunale degli ultimi trent’anni. La biblioteca comunale “G. B. Nicolosi” di via Monastero, a Paternò, ha ospitato l’evento, a conclusione di settimana, “A’ Nuvena di Natali e i Ninnariddari. Immagini e canti popolari siciliani dedicati al Natale”, a cura di Cettina Busacca, Franco Uccellatore e Antonino Carobene.
Atmosfere d’altri tempi, create dall’energia del gruppo di Cettina Busacca figlia d’arte, erede dei celebri fratelli cantastorie, figlia di Nino e nipote di Ciccio. Il gruppo folcloristico, in costume e con gli strumenti tipici, ha intrattenuto il numeroso pubblico cantando le melodie dialettali siciliane inerenti il Natale, con le ninna nanne più belle della memoria di un popolo che sapeva vivere frugalmente valorizzando le relazioni e il rapporto con l’Assoluto in maniera semplice, ma genuina.
Le foto di Franco Uccellatore, oltre all’esposizione, venivano proiettate dietro la compagnia che si esibiva, ad incorniciare ed includere in una multidisciplinarietà sensoriale, intaccante nei ricordi di ognuno quei frammenti speciali -di un periodo come il Natale- l’acme della festa.
Scatti che catturano le luci, le mega installazioni sulla Collina storica, come una stella cometa piombata sul selciato dinanzi la matrice, un’elaborazione natalizia di diversi decenni fa, e ancora lo sfondo del Castello normanno, immancabile emblema di un territorio di spiccata propensione culturale, ma che talvolta se ne dimentica, e anche queste foto, queste messe a fuoco così intense servono a ridestare nella memoria quest’inclinazione; un sollecito garbato per proseguire un cammino virtuoso verso la riappropriazione delle radici storiche ancora poco stimate.
Luminosità, colore e passione promanano dalle foto di Uccellatore, ricordi di consuetudini offuscate dal tempo, come quella della “novena” o della “cona” ossia il presepe realizzato in una nicchia, con le arance, i mandarini, anche i limoni e molte foglie ad accogliere con questi frutti della terra i pastorelli, la Sacra famiglia, il bambino Gesù che giunge dovunque, anche in luoghi dimessi, ma carichi di umanità.
E ancora immagini di un presepe realizzato sotto il Maniero normanno o nella Scalinata settecentesca, insomma una dozzina di foto storiche che documentano l’evolversi, il mutare delle manifestazioni natalizie a Paternò.
Corroborare i legami e rinverdire le tradizioni come obiettivo di iniziative analoghe a questa: «Noi siamo nati il 16 luglio scorso – dice Cettina Busacca, presidente del gruppo dei cantastorie, ad Yvii 24 racconta cosa l’ha spinta a fondare l’associazione, che porta il suo nome, e quali finalità si prefigge – . E siamo nati con lo scopo di mantenere viva la tradizione dei cantastorie, delle nostre belle canzoni e delle virtù del nostro territorio. A breve aprirò la sede dell’associazione in via Circumvallazione e voglio rendere partecipi tutti coloro che hanno la curiosità di conoscere questo mondo del passato, ma che ci appartiene. Partendo magari dalle cose semplici che ci caratterizzano: dalla dimostrazione di come si prepara un piatto di ceci, dal lavoro all’uncinetto, all’utilizzo del tombolo fino al ricamo, per ritrovare il piacere di stare assieme, di un concetto di famiglia che si fa comunità, e della riacquisizione di valori che si stanno perdendo, inavvertitamente accantonati dalle nostre famiglie moderne».