Nel salone della chiesa di San Francesco all’Annunziata un momento di confronto sulla questione migranti
C’è una dicotomia sul tema migranti che viene ben riassunta dal titolo del convegno “Immigrazione: minaccia o risorsa?”. Se da una parte c’è chi reputa naturale accogliere, riconosce nell’altro il prossimo che ha bisogno e, dunque rispondere alle sue esigenze, dall’altra c’è chi, invece, vede l’altro come un potenziale avversario, qualcuno che prima o poi lo priverà di qualcosa.
A questi atteggiamenti antitetici hanno voluto opporre chiarezza sul tema dell’immigrazione, gli organizzatori del convegno, le associazione di volontariato, d’ispirazione cattolica e non solo di Paternò, città che ha ospitato i lavori: dall’Apas alla Caritas, all’Agesci, alle associazioni antirazziste fino alla presenza di cittadini di religione islamica. Il salone della chiesa di San Francesco all’Annunziata ha ospitato l’evento, molto seguito per via del dibattito nazionale che non accenna a placarsi, ma soprattutto dopo la ventilata ipotesi dell’arrivo, non nuovo peraltro, di migranti a Paternò (leggi l’articolo su Yvii24).
«Noi dal 1998 ci occupiamo di migranti – ha precisato il presidente dell’Apas Paternò, fra gli organizzatori e coordinatori dell’evento, Salvatore Pappalardo – per noi accoglienza significa aprire le porte a persone che lasciano tutto per trovare un’alternativa di vita migliore. Se la troveranno qua non lo sappiamo, ma di certo dobbiamo fare in modo di non farli sentire rifiutati».
A riprova che l’accoglienza e successivamente l’integrazione, siano possibili sono stati portati degli esempi di piccole realtà comunali, dove il numero degli abitanti è andato quasi a coincidere con quello dei migranti, con esiti assolutamente positivi. L’incontro voleva essere un momento di confronto, di testimonianze per conoscere meglio queste persone e le situazioni da cui scappano.
Alla narrazione dei soprusi, delle violenze a cui sovente sono sottoposti questi migranti sin dai barconi della disperazione, costretti a fuggire dai loro Paesi per varie ragioni, si lega l’esperienza positiva della squadra di calcio del Troina, allenata da Peppe Pagana. Una squadra composta da molti giocatori stranieri, che nello sport hanno trovato un’esistenza diversa e migliore, rispetto a ciò che si prospettava loro se fossero rimasti nella terra d’origine, un’esperienza emblematica raccontata dallo stesso Pagana.
«Prima dell’integrazione dobbiamo capire cos’è l’accoglienza – ha precisato il vicario foraneo don Enzo Algeri del XII Vicariato –, finora è stata più sopportazione che accoglienza. Il fenomeno è epocale, tuttavia lo si conosce ormai da almeno un decennio, non è una novità».