L’associazione culturale “Cettina Busacca figlia d’arte” ha una sede, dove oltre alle attività culturali, si farà anche volontario sociale
Se l’«Epifania tutte le feste porta via», per i componenti dell’associazione culturale “Cettina Busacca figlia d’arte” la festa è appena iniziata. È la tanto attesa inaugurazione della sede di via Circumvallazione, a diventare una grande festa un momento per ribadire l’importanza e suggellare l’impegno verso la cultura popolare a cominciare dalla tradizione dei cantastorie.
Domenica, dunque, giorno dell’Epifania, alla presenza, tra gli altri, del primo cittadino Nino Naso, del vicario foraneo e parroco della chiesa di San Michele Arcangelo, padre Alessandro Ronsisvalle che ha benedetto la sede, con il taglio del nastro affidato a Christian Uccellatore, si conferma con maggior forza di incidenza nel territorio l’associazione culturale di Cettina Busacca, che oltre alle ordinarie attività apre anche ad una forma di volontariato sociale, con la possibilità una volta a settimana per gli indigenti di ritirare cibo pronto in sede.
GALLERIA FOTOGRAFICA DI ANTONINO CAROBENE
«Adesso abbiamo un posto dove riunirci. Io lo intendo – ha spiegato la presidente Busacca – come un circolo culturale. Un posto dove si fa cultura, dove si recita la poesia, si ascolta musica, musica popolare, dove finanche si fanno degustazioni. Insomma è un po’ uno spazio comune, ma allo stesso tempo si respira l’armonia e il calore del focolare domestico. Dovrebbe essere inteso come un luogo dove si va a trovare una nonna, una zia, in cui si viene accolti con la medesima energia, anche perché sono diverse le signore anziane nel mio gruppo disposte a raccontare le tradizioni, ma allo stesso tempo e farle vivere o con la cucina o con l’uncinetto, il ricamo, insomma un’apertura generosa verso la comunità paternese».
L’intento è quello di coltivare le passioni di un sapere popolare che partendo dall’esperienza dei cantastorie si propone di ricreare un’atmosfera di cordialità, di respiro di una cultura genuina delle cose semplici, da qui le lezioni di chitarra, o le lezioni di ricamo, o ancora di cucina tradizionale, e la possibilità di assistere a rappresentazioni per gruppi non molto numerosi. Anche le visite devono essere programmate non più di quindici persone, non essendo la sede molto ampia, e le scolaresche con i loro insegnanti possono accedervi, previa prenotazione, anche nel pomeriggio.
Insomma, la cifra interpretativa a cui mira la presidente Busacca pare essere quella della vitalità, del riportare in auge una tradizione che negli anni Cinquanta ha conosciuto un grande successo. La novità è sicuramente quella di fornire pasti caldi ogni giovedì, all’ora di pranzo, a persone in grave disagio economico, le pietanze, preparate con cura dalle signore dall’associazione, potranno essere portate via da chi ne farà richiesta. Su una tessera verranno registrati gli accessi, solo 20 persone a settimana potranno usufruire di questo servizio di vivande da asporto, se il numero sarà più elevato allora ci sarà una turnazione.
Un angolo di questa sede sarà dedicato alla memoria di quanti hanno contribuito in vario modo alla cultura dei cantastorie, anche narrandola a o approfondendone la storia, come ha fatto il compianto Franco Uccellatore, la presenza del figlio Christian e del resto della sua famiglia, si riveste di una particolare valenza nel ricordarlo come studioso e componente dell’associazione.