Ci si avvia verso il rinvio a giudizio, anche se una trentina di posizioni sarebbero ancora da definire
Sarebbero concluse, per 71 dei soggetti coinvolti, le indagini sull’inchiesta “assenteismo” all’ospedale “Santissimo Salvatore” di Paternò, la cui notizia è deflagrata, il 7 giugno scorso, in piena campagna elettorale amministrativa (poi conclusa l’11). Originariamente le posizioni al vaglio dei magistrati sarebbero state un centinaio, fra medici e infermieri. Per il momento la notifica di fine indagine sarebbe giunta solo a 71, mentre le posizioni rimanenti sarebbero ancora al vaglio degli inquirenti. La fine dell’indagine preliminare precede la richiesta di rinvio a giudizio.
I reati ipotizzati sono falso e truffa. L’indagine, coordinata dalla Procura, è stata condotta dalla Guardia di finanza del Comando provinciale di Catania e della Compagnia di Paternò che hanno monitorato attentamente le immagini del servizio di videosorveglianza dell’ospedale, dove è documentato il “vizietto” di un gran numero di dipendenti che si allontanava senza giustificato motivo dal posto di lavoro.
L’inchiesta, abbastanza articolata, è nata dall’arresto dell’infermiere Antonio Consolato Pina, 62 anni, avenuto nell’aprile del 2015. L’operatore, arrestato dalla Guardia di Finanza ed accusato di peculato, falso, truffa ai danni dello Stato e abusivo esercizio della professione medica, avrebbe sottratto farmaci all’ospedale per cederli a diverse cliniche private dove lavorava abusivamente. Dalle osservazioni delle immagini che riguardavano Pina, i militari hanno notato la consuetudine assenteista di tanti dipendenti. Il periodo preso in esame dagli inquirenti è compreso fra novembre 2014 e gennaio 2015.