Le “Mamme in Comune”, anche quest’anno, per l’edizione SERR 2020 sono finaliste con il loro progetto di ecologia sociale “Il rifiuto che non si vede ma c’è”. Settemila persone si sono interessate al progetto, quattromila visualizzazioni e trecento partecipazioni al test da loro somministrato. Questi sono i numeri di un’edizione che rischiava di essere rovinata dalla Pandemia, ma il bottino di consensi è di tutto rispetto e il messaggio della cura che si deve all’ambiente attraverso un utilizzo ottimale dei rifiuti, è stato veicolato in una modalità nuova, tuttavia vincente.
Si sono dovute reinventare queste mamme, non potendo incontrare i ragazzi nelle scuole e non potendo partecipare a conferenze e incontri pubblici, hanno pensato al Web e alle infinite connessioni che consente, così hanno somministrato un test per comprendere il livello di conoscenza sui rifiuti e sui consumi. «Abbiamo avuto la preziosa collaborazione del “Presidio partecipato del Fiume Simeto” e di “Paternò c’è”, – ha spiegato la presidente Nerina Palazzolo- ma anche di tanti che hanno interagito con noi tramite la nostra pagina e partecipato alla tavola rotonda, dove centrale è stata l’analisi dei risultati del test. Quest’anno non credevamo davvero di riuscire a fare qualcosa per via delle limitazioni a causa del Covid 19, ma la voglia di proseguire con il nostro progetto ha prevalso. Siamo contente per quest’altro risultato, abbiamo partecipato nella categoria associazioni, dove sono tante e importanti le partecipanti e non pensavamo di arrivare finaliste, la costanza probabilmente premia e noi non abbiamo intenzione di mollare minimamente per far capire che ci sono anche rifiuti invisibili che inquinano, come ha evidenziato il tema della SERR 2020».
Sono gli scarti della lavorazione industriale, degli allevamenti intensivi, dell’industria tessile, dell’agroalimentare, insomma queste tipologie di rifiuti possono risultare più insidiosi e deleteri di quelli più evidenti che produciamo noi nelle nostre case, per questo motivo è il caso di ripensare ai consumi, agli acquisti che facciamo, chiedendoci cosa c’è dietro una fettina di carne di bovino ad esempio, meditando per un consumo meno eccedente, infatti molte volte riempiamo le dispense, però molti cibi non vengono consumati e gettati nell’immondizia, stessa sorte tocca a diversi indumenti acquistati, ma mai indossati. Gran parte delle riflessioni fatte durante la tavola rotonda hanno interessato anche i rifiuti Covid e le mascherine e guanti, un argomento ineludibile in un momento così difficile.
L’impegno di queste signore dunque non conosce soste e, pronte a ripartire parteciperanno ad un progetto voluto dalla chiesa valdese: “#Students4Simeto” una campagna di sensibilizzazione sulla riduzione dei rifiuti nella Valle del Simeto, con il coordinamento del “Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto”, il progetto della durata di 12 mesi, è rivolto agli studenti di alcune scuole secondarie di secondo grado di Paternò, Adrano, Regalbuto e Santa Maria di Licodia. Nello specifico “Mamme in Comune” si occuperà di riciclo creativo.
Intanto si attende la cerimonia di premiazione online, attraverso il canale Zoom, o nella pagina ufficiale della SERR, giorno 25 marzo, dove in ogni caso tutte le azioni del tema “I rifiuti invisibili” del 2020 sono molto importanti.