Disperse nel fiume le ceneri di Luigi Puglisi, storico ambientalista paternese scomparso prematuramente due mesi fa

Luigi Puglisi riposerà per sempre nel suo fiume. Si è svolta ieri pomeriggio a Paternò, nella spiaggetta di Pietralunga, a pochi metri dall’omonimo ponte romano, la cerimonia di dispersione delle ceneri nelle acque del Simeto del compianto docente di educazione fisica Luigi Puglisi, prematuramente scomparso a 64 anni a fine aprile. Alla cerimonia, allestita dalla famiglia Puglisi, ha partecipato un centinaio di persone, singoli cittadini, ambientalisti e appartenenti a “Vivisimeto”, “Paternò c’è”, “SUdS – Stazioni Unite del Simeto – Progetticultururali”, “Associazione Alzheimer Paternò”, “A.P.AS Paternò”, “Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto”, Istituto comprensivo “Marconi” di Paternò-Ragalna, “Mamme in comune”, “La Casa delle Acque”.
Momento più sentito, che ha emozionato tutti i presenti, è stato quello della dispersione delle ceneri da parte del figlio di Luigi Puglisi, Stefano. Successivamente, presso la “Casa delle Acque”, si è svolta una commemorazione dello storico ambientalista, con la proiezione di un filmato, montato da Marco Puglisi, l’altro figlio di Luigi, che ha raccolto in rassegna i momenti più significativi delle battaglie e delle iniziative del padre, avvenute come singolo ambientalista, come presidente di “Vivisimeto”, come politico impegnato ne “I Verdi”. I rappresentanti degli organismi che hanno aderito alla cerimonia, hanno brevemente ricordato l’ambientalista facendo rivivere le sue idee, le sue battaglie, la sua personalità.
«È stata una cerimonia partecipata e molto sentita – dichiara a Yvii24 la presidente di “Vivisimeto” Elisa Coppola – . Tutti noi siamo stati letteralmente trafitti da un raggio di sole nel momento della dispersione e tutti abbiamo sentito Luigi vicino a noi con la sua sensibilità, la sua dolcezza, il suo sorriso. Un saluto che non è stato un addio, ma un arrivederci: Luigi vive dentro di noi, e dopo la cerimonia di ieri lo sentiamo più vivo che mai».