Don Salvatore Alì: «Mai rimanere soli con se stessi, mai chiudersi nei propri problemi, ma condividere, affinché possiamo aiutarci gli uni con gli altri»
Si è celebrato questo pomeriggio, all’interno di una gremita chiesa dello Spirito Santo a Paternò, il funerale del 34enne Gianfranco Fallica che, stando a quanto accertato fino ad ora, avrebbe ucciso lo scorso week-end all’interno della propria abitazione di via della Libertà – con una pistola – la moglie Cinzia Palumbo e i due figlioletti Daniele e Gabriele, togliendosi poi la vita con la stessa arma. A celebrare le esequie, in presenza di parenti ed amici, padre Salvatore Alì, sacerdote della chiesa di via dei Platani. Un quarto d’ora di omelia, quella del parroco, durante la quale sono state pronunciate parole di conforto ma anche di condanna per il gesto che in questa settimana ha acceso sulla città i riflettori delle cronache locali e nazionali. Preghiera, quella di stasera, che per volere dei familiari di Gianfranco Fallica è stata innalzata in memoria anche di Cinzia Palumbo e dei piccoli Daniele e Gabriele.
Due i punti su cui l’omelia di padre Alì è stata incentrata: silenzio e preghiera. «Di fronte a questi eventi, di fronte a queste tragedie, la cosa più intelligente e sensata che possiamo fare è il silenzio» ha detto dal pulpito il sacerdote. «Ogni parola è superflua. Tutti siamo peccatori e, proprio perché peccatori, soggetti alla tentazione. Il silenzio ci porta a non esprimere giudizi ma soltanto a pregare».
Parole dure e di condanna, da parte del sacerdote, anche nei confronti di quanto accaduto. «Quello che è successo è un atto tragico, è un atto innaturale, è un atto violento che va condannato. È innaturale perché i genitori danno la vita ai figli, non la tolgono. Dobbiamo pregare e operare affinché non accadano più di questi fatti». Infine, padre Alì, ha voluto dare un monito sulla vicenda: «non bisogna rimanere chiusi in noi stessi, quando la vita ci fa passare attraverso momenti difficili, quando la vita ci fa attraversare montagne che sembrano invalicabili. Bisogna avere sempre il coraggio di chiedere aiuto, perché chiedere aiuto non è una vergogna, è fortezza. Oggi grazie a Dio ci sono tanti mezzi e strumenti attraverso i quali possiamo essere aiutati a superare le nostre difficoltà».
Dalle 18:00 di domani – e per 24 ore consecutive – per volere dell’intera comunità ecclesiale paternese, si terrà all’interno della chiesa dello Spirito Santo, un’adorazione eucaristica continua, per «pregare e chiedere conforto della fede per i familiari, nonché per chiedere pace sulla città di Paternò», ha spiegato il sacerdote officiante a conclusione dell’eucarestia. Dopo il rito funebre, il corteo si è diretto verso il cimitero nuovo di Paternò, dove la salma sarà tumulata.
I funerali della moglie e dei figli di Giancarlo, sono stati celebrati nel pomeriggio di ieri all’interno della chiesa di Santa Barbara, in forma separata rispetto a quelli del presunto omicida (rileggi “Paternò. L’ultimo saluto a Cinzia, Daniele e Gabriele”). Questa mattina, sempre a Paternò, per volere di tanti cittadini, si è tenuta la marcia “camminando insieme” che ha preso il via da villa Moncada per terminare in via della Libertà, davanti al civico 25, luogo del pluriomicidio. Dietro quella porta, oggi piena di fiori bianchi, domenica scorsa il padre di Cinzia Palumbo aveva scoperto la tragedia familiare che si era consumata in quell’appartamento, entrando con una copia delle chiavi, considerato che non aveva più notizie dell’intera famiglia da quasi 2 giorni (rileggi “Paternò, 34enne uccide la moglie e i due figli e poi si suicida”).