Il segretario generale dell’agroindustria Cgil: «Dinamiche corrispondono a quelle che nella funzione di “sindacato di strada” abbiamo toccato con mano»
La Flai Cgil di Catania esprime soddisfazione per l’operazione della DIA di Catania che ha messo in luce l’organizzazione ai danni di lavoratori agricoli rumeni col tipico sistema del caporalato. «Ancora una volta in un comune agrumetato dalle forti radici agricole come Paternó, si scoperchia una storia di sfruttamento selvaggio e illegale ai danni di persone civicamente fragili ed estremamente bisognose – dice il segretario generale Flai Pino Mandrà –. Le dinamiche raccontate dagli inquirenti corrispondono esattamente a quelle che, nella nostra funzione di “sindacato di strada”, abbiamo toccato con mano.
Da anni anni denunciamo che proprio a Paternò è in atto un terribile sfruttamento di braccianti agricoli comunitari ed extracomunitari. Con quest’operazione si è dimostrato che non eravamo dei visionari. Paghe e trattamento da schiavitù a fronte di immani guadagni che arricchiscono persone senza scrupoli che facciamo fatica a definire imprenditori. Siamo però lieti che la nostra esperienza e la denuncia portata avanti grazie anche al nostro documentario Terranera, sia servita a portare in luce il fenomeno».
La Flai di Catania chiede con forza all’Inps ed alla Prefettura di costituire la “cabina di regia” che affronti il tema dello sfruttamento nel nostro territorio. «È inoltre necessario – chiude Mandrà – un collocamento pubblico in agricoltura affinché almeno la domanda ed offerta si incontrino in un luogo pubblico».