Il timore di rimanere senza telefono, o senza connessione, domina l’odierna società, una paura che può diventare patologica. Questo racconta il saggio di Salvo Orto, “Nomofobia”
La sala conferenze della biblioteca comunale “G.B. Nicolosi”, di Paternò, ha ospitato la presentazione del libro di Salvo Orto, “Nomofobia”, edito da Kimerik. Alla presenza del sindaco Nino Naso, del dirigente medico psichiatra Adriana Centarrì e naturalmente dell’autore, si è aperto un dialogo sull’utilizzo opportuno che si dovrebbe fare del cellulare di ultima generazione e, quindi dei social network per evitare pericolose dipendenze. A moderare l’incontro la giornalista Lucia Paternò.
Un saggio, quello di Orto, che induce ad una seria riflessione sui cambiamenti apportati dai social network, dal cellulare, ma quando questo fedele compagno delle nostre giornate invade ogni secondo del nostro tempo, quando a tavola si rimane con lo sguardo chino sul display invece di dialogare con gli atri commensali, rimanendo ognuno per sé, solo, interrompendo qualsiasi tipo di comunicazione diretta, qualsiasi contatto anche visivo, cosa può accade? Si crea una forma di isolamento, una sovrapposizione della sfera virtuale sulla concretezza della quotidianità. All’opposto, Salvo Orto esorta a cambiare marcia e a Yvii24 dichiara: «Abbiamo dimenticato quanto sia importante guardarsi negli occhi. La mia è una analisi abbastanza lucida su un problema attualissimo, uno spaccato della nostra società dipendente da smartphone e internet».