La vicepresidente Ardizzone: Tagliato fuori il M5S, nonostante sia stato la lista di opposizione più votata»
Riflessione del Movimento 5 Stelle di Paternò sulla nomina dei presidenti delle commissioni consiliari. Il M5S, in una nota, ritiene che non siano stati rispettati i «criteri di rappresentatività elettorale e di competenze che erano stati condivisi nell’ultima seduta del Consiglio Comunale.
La volontà dell’intero Consiglio Comunale – prosegue il documento – forgiata da una votazione unanime sulla composizione delle commissioni, di seguire la volontà dei paternesi espressa nelle elezioni comunali è naufragata nelle nomine dei presidenti delle commissioni. Il gruppo consiliare di Paternò 2.0, ha ottenuto, pur essendo il gruppo consiliare ad aver ottenuto il minor numero di voti di lista, ben due presidenze di commissione su tre componenti dello stesso gruppo consiliare. Il M5S, pur avendo ottenuto una affermazione elettorale numericamente superiore, non ha ottenuto nessuna presidenza.
In tutte le Commissioni, dopo una fase di confronto, si è candidato un solo consigliere – afferma la vicepresidente del Consiglio comunale Martina Ardizzone – ed è stato eletto senza particolari problemi. Questo non è accaduto nella VI commissione dove è stato eletto Lo Presti, a discapito di Paternò, e nella VIII commissione dove è stato eletto Tomasello, a discapito di Gresta. In pratica per sopperire all’errore occorso nella VI commissione, piuttosto che assumersi le responsabilità politiche dell’accaduto, la maggioranza ha preferito tagliare fuori il M5S, nonostante sia stata la lista di opposizione più votata alle ultime elezioni.
Lo scivolone accaduto in VI commissione – aggiunge la consigliera Claudia Flammia – ha palesato sintomi di spaccature interne. Dapprima si è candidato Faranda, esponente di Paternò On, facendo leva sulle sue competenze in campo urbanistico, salvo poi ritirare la candidatura mentre avanzavano le candidature di Paternò, esponente di Nino Naso Sindaco, e di Lo Presti, eletto nella compagine di Paternò 2.0. Durante la votazione il consigliere Chirieleison, esponente dello stesso gruppo di Paternò, preferiva votare Lo Presti e di fatto consegnando a quest’ultimo la presidenza della commissione, un vero e proprio cappotto che ha aperto una crepa nella maggioranza ed innescato un effetto domino che ci ha penalizzato.
A nostro avviso, ancora una volta, la volontà dei cittadini – conclude il consigliere Marco Gresta – è stata calpestata. Dietro la maschera della garanzia della rappresentatività si celava invece una mera spartizione di poltrone. Siamo comunque soddisfatti per essere riusciti ad avere un rappresentante del M5S in tutte le commissioni, adesso è giunto il momento di iniziare a lavorare per il bene della città».