L’azione tempestiva della polizia municipale ha evitato danni all’ambiente e alla salute dei cittadini
È stata bonificata a Paternò, in via Bologna, l’area deturpata nei giorni scorsi da una montagna di eternit, materiale che contiene le pericolosissime fibre di amianto, abbandonata da un individuo per il momento ancora ignoto. La tempestività in molti casi è essenziale. L’azione della Polizia municipale di Paternò nell’intervenire per la rimozione della bomba ecologica scaricata in via Bologna è stata davvero opportuna. La vicenda inizia circa una settimana fa, quando nel silenzio e nel buio di un sabato sera, nel nuovo parcheggio a due passi dalla sede del palazzetto dello sport, uno o più sciagurati, probabilmente con un escavatore, scaricano circa una tonnellata di eternit, forse derivata dall’abbattimento di qualche struttura, e non contenti ripassano con il mezzo sulle macerie schiacciandoli quindi riducendo in povere le pericolosissime fibre. Sulla gravità del gesto possono esserci pochissimi commenti: senza esagerare si può dire che si è trattato di un attentato alla salute pubblica e danno ambientale.
I residenti della zona già in tarda sera si sono attivati denunciando la situazione. Sgomento, rabbia e perplessità sono stati i sentimenti dominanti fra chi in quella zona vive. La Polizia municipale con il Nucleo ispettivo tutela ambientale, oltre a coordinare le indagini per risalire ai responsabili, ha incaricato una ditta specializzata nella rimozione e trattamento di rifiuti speciali che in pochi giorni ha provveduto ad espletare il compito. Già giovedì nel primo pomeriggio la rimozione è stata effettuata. Questi giorni di forte vento non avrebbero di certo aiutato, fortunatamente la bomba ecologica è stata disattivata tempestivamente.
Questa zona che dovrebbe essere tutelata sotto il profilo ambientale, trovandosi in prossimità del fenomeno delle Salinelle, purtroppo non gode di particolari attenzioni, né tantomeno di controlli.
Oltre allo straordinario fenomeno naturale è stata deturpata anche un’area in cui insistono diverse strutture sportive, quali lo stadio, il palazzetto, vari campetti di tennis e calcio, ma anche uno dei simboli del degrado e dell’incuria, l’incompiuta per eccellenza: il velodromo.
Dunque, se per un verso promette per un altro rimane tutto come in attesa di una svolta, di un’identità definitiva. La sistemazione del parcheggio è stato un segnale, tuttavia il restyling poteva continuare anche nelle piccole cose, come il taglio delle erbacce che non consentono di vedere i margini delle aiuole. Dietro il palazzetto si intravede la carcassa di un’ambulanza abbandonata da diversi anni, insomma guizzi di negligenza che si traducono in segnali di una disattenzione, tale, nei casi estremi, da indurre qualche folle a scaricare i suoi rifiuti dove meglio crede. Ma soprattutto nei giovani, che per praticare sport la frequentano, certo, non corrobora la coscienza ambientale e il senso estetico.