I consiglieri firmatari: «Stanchi di vedere la nostra Paternò morire sotto i nostri occhi». Il sindaco: «Vadano a casa loro, questi irresponsabili»
A cinque mesi di distanza, e un lockdown nel mezzo, i cinquestelle paternesi tornano ad affilare le armi coinvolgendo altri 7 consiglieri comunali in una nuova mozione di sfiducia contro il sindaco della città Nino Naso. A gennaio fu un flop, poiché non vennero raggiunte le 10 firme necessarie alla discussione in aula. Per la cronaca, al tempo i 5s provarono a disarcionare il primo cittadino dopo il passaggio di quattro consiglieri comunali di maggioranza all’opposizione e le dimissioni dell’assessore Vito Rau.
Questa volta le 10 firme ci sono, ma non ci sono ancora i numeri per licenziare il sindaco: ne giovano, infatti, 15. Necessario, in aula, il voto di altri 5 consiglieri da aggiungere ai nomi di Gresta, Flammia, Ardizzone, Distefano, Lo Presti, Condorelli, Sinatra, Sciacca, Marzola, Paternò, per chiudere la sindacatura Naso. Al momento la sfiducia non sembra profilarsi all’orizzonte anche se, informalmente, qualche consigliere non firmatario, ma critico nei confronti dell’amministrazione comunale, si sarebbe spinto a dire «vediamo che succede in aula».
Già, vedremo cosa accadrà in aula. Esperienza insegna che la bocciatura di una mozione di sfiducia rafforza la vittima sacrificale che serra le fila e, fiutando a distanza l’acrea puzzo di bruciato, sa rintuzzare le defezioni. Pubblichiamo di seguito il documento sottoscritto dai firmatari e la replica del sindaco Nino Naso.
Mozione di sfiducia al sindaco di Paternò Nino Naso
Questa mattina abbiamo, finalmente, protocollato la mozione di sfiducia nei confronti dell’Amministrazione Naso, perchè crediamo fortemente che il tempo delle chiacchiere sia finito. Questo Sindaco ha avuto 3 anni a disposizione per dimostrare alla Città e ai Cittadini di essere il “rivoluzionario”, il salvatore della patria, che tanto ha gridato in campagna elettorale, ed ha miseramente fallito. Basta leggere le motivazioni, politiche e amministrative, che ci hanno portato a firmare la mozione, per ritrovare un excursus dei continui fallimenti che questa Amministrazione ha collezionato, anno dopo anno, bilancio dopo bilancio. E i Cittadini sono stanchi.
Stanchi del continuo valzer di poltrone e deleghe.
Stanchi di vedere nomine ad personam e sperpero di denaro.
Stanchi delle continue promesse alla Città mai mantenute.
Stanchi di vedere la nostra Paternò morire sotto i nostri occhi.
La mozione di sfiducia è un gesto estremo, e non pensate che sia stato facile per noi, ci abbiamo riflettuto molto, perché siamo consapevoli del periodo di difficoltà che la città di Paternò sta attraversando, sappiamo che sono tempi duri, sappiamo che stiamo affrontando una tempesta chiamata Covid19, ma siamo anche consapevoli che con questo comandante, una nave in avaria come la nostra, è destinata ad affondare definitivamente.
Adesso la parola passerà al Consiglio Comunale, la coerenza è una virtù tangibile in politica. 10 Consiglieri lo hanno dimostrato ma servono 15 voti per mandare a casa un’Amministrazione fallimentare i cui progetti sono stati relativi più alle nomine che non ai fatti. Non abbiamo paura di andare a casa e far votare i Cittadini.
I Consiglieri firmatari della Mozione di sfiducia:
Gresta, Flammia, Ardizzone, Distefano, Lo Presti, Condorelli, Sinatra, Sciacca, Marzola, Paternò
Replica del sindaco di Paternò Nino Naso
“Vadano a casa loro, questi irresponsabili”
Devo dire che i dieci consiglieri che hanno sottoscritto una mozione di sfiducia nei confronti del sottoscritto in quanto sindaco hanno avuto davvero una bella idea, in un momento di emergenza data dal Coronavirus che stiamo continuando a gestire, insieme a tutte le associazioni di buona volontà. In un momento in cui stiamo cercando di studiare tutti i modi per rimettere in piedi socialmente ed economicamente la città, noto con stupore la loro “responsabilità”.
Mi dispiacciono questi atti che fanno male a Paternò e ai paternesi. A tal proposito, prendo a prestito le parole non mie ma del presidente della Regione Nello Musumeci, che ebbe a dire in una grande riunione dinanzi a tutti i sindaci siciliani alle Ciminiere, che è profondamente ingiusto e antidemocratico da parte di qualsivoglia Consiglio Comunale presentare mozioni di sfiducia nei confronti di sindaci eletti direttamente e democraticamente dal Popolo. È una vergogna, disse Musumeci.
Mi dispiace, quindi, vedere come tra i dieci firmatari della mozione di sfiducia presentata vi siano anche consiglieri comunali appartenenti proprio al movimento politico di Musumeci, Diventerà Bellissima. Non fanno onore loro per primi al presidente Musumeci. Poi, mi spiace constatare come tra i firmatari vi siano anche consiglieri che hanno cambiato casacca tradendo il mandato del Popolo ed anche il codice etico sottoscritto al momento della loro candidatura al Consiglio Comunale: i cittadini li hanno votati non per stare all’opposizione di questo sindaco né tanto meno per sfiduciarlo, ma per sostenerlo in Assise Civica.
Proprio a questi ultimi dico che non dovrebbero presentare mozioni di sfiducia ma dovrebbero soltanto dimettersi, perché è una vera e propria vergogna vedere consiglieri schierarsi contro un sindaco che hanno sostenuto in campagna elettorale davanti alla popolazione e che oggi, a due anni dal voto, tentano di disarcionare ripetutamente, nonostante quel sindaco stia cercando in tutti i modi possibili di rispettare il programma elettorale che si era posto di realizzare insieme a tutti i consiglieri comunali eletti con lui. Che se ne vadano a casa, questi irresponsabili, e che lascino spazio a chi viene dopo di loro, anziché mettersi a giocare adesso in un momento di emergenza in cui la città dovrebbe essere unita attorno alle Istituzioni.
Sul bilancio consuntivo, ancora più vergognosi. I consiglieri definiti di opposizione hanno avuto la possibilità di bocciare il bilancio 2018: un’azione da cui sarebbe dipesa la continuazione di questo Consiglio Comunale. Lo avrebbero dovuto bocciare, e la città ha il diritto di sapere che se non fosse passato il Consuntivo, il Consiglio sarebbe saltato con il conseguente insediamento di un commissario regionale che insieme a me avrebbe governato la città per altri due anni, fino al termine del mandato nel 2022. Ma siccome sono tutti attaccati alle poltrone non lo hanno fatto. Questa è la verità. Ad ogni modo, a questa Amministrazione e a questo sindaco l’atto presentato questa mattina non fa paura. Continuiamo a lavorare con sempre più passione ed impegno, per il bene di Paternò.