Arterie punteggiate di buche, di varie dimensioni, rappresentano un rischio per gli automobilisti che percorrono questi tratti
Con l’arrivo della primavera le gite fuori porta sono un classico anche per i paternesi, soprattutto a cominciare dalle domeniche assolate di aprile. Tuttavia dipende dall’itinerario che si vuole intraprende perché il percorso potrebbe essere seriamente accidentato. Diverse segnalazioni sono giunte da quanti hanno trascorso la giornata del lunedì dell’Angelo nelle aree rurali limitrofe la città di Paternò, e in particolare nella zona di Sferro. Il tragitto subito dopo la zona San Marco, in direzione della frazione rurale, è costellato di buche di dimensioni preoccupanti e l’attraversamento con le auto piene di vettovaglie e gitanti è stata impresa ardita. Eppure c’è chi non può sottrarsi e quotidianamente deve percorrerla questa strada, fino alle contrade paternesi più distanti dal centro urbano, perché deve giungere al terreno di sua proprietà.
Tra le arterie più insidiose rientrano: la SP 139 proseguendo da contrada San Marco, la SP 54 e 56, la SP15, la SP 135, la SP 24 (dal ponte sul fiume Simeto fine della strada provinciale 15, nei pressi della stazione ferroviaria Gerbini), e ancora il quadrivio Jannarello sull’incrocio SS. 192 con la SP 23/II con la SP 24; la SP 74 nei pressi della stazione ferroviaria Simeto (crocevia Jannarello- Canalotto) insomma un reticolato di arterie ampio e molto transitato, percorso quotidianamente da numerosi veicoli e mezzi pesanti, che raggiungono aziende agricole o terreni di proprietà.
Questi tratti viari sono di pertinenza della città Metropolitana di Catania, dopo l’abolizione delle Provincie è subentrato quest’organo, ma al momento, considerata la lunga transizione, per quel che concerne la viabilità si è limitato a stabilire dei limiti di velocità per chilometri e tipologia di strade urbane ed extraurbane, per diverse arterie provinciali ai fini di una maggiore sicurezza stradale.
Le arterie incriminate dovrebbero essere a scorrimento veloce, ma il manto stradale non consente di andare a velocità sostenuta altrimenti il rischio di incidenti diventa altissimo, incidenti peraltro verificatisi, e con danni ai veicoli non di poco conto. Quello che chiedono coloro i quali hanno degli appezzamenti di terra in queste zone è una soluzione, un intervento massiccio sul manto stradale, sulla tenuta dell’asfalto che, malgrado la scarsità di piogge in questo inverno appena trascorso, ha mostrato una propensione a sbriciolarsi e a creare delle vere voragini: alcune buche sono talmente profonde che potrebbero benissimo contenere in tutta la loro ampiezza lo pneumatico di un autoarticolato. Dunque, vengono percorse piano e talvolta persino zigzagando, là dove non ci sono altri veicoli, per evitare gli anfratti e preservare, per quanto possibile le auto, i cui ammortizzatori, nella migliore delle ipotesi, vanno sostituiti con frequenza.
«Non è possibile che per recarmi nel mio podere di campagna debba rischiare in questo modo – commenta un automobilista in transito verso Sferro a cui chiediamo una opinione sulla situazione strade – . Le probabilità che capitino sinistri anche autonomi e gravi sono altissime, si vede da come si trovano le strade pienissime di buche enormi, anche al centro della carreggiata in punti dove è difficilissimo evitarle. Il rischio maggiore, comunque, è per le auto che, sottoposte quotidianamente a un vero e proprio percorso di guerra, rischiano da una foratura alla rottura dei semiasse. È necessario che qualcuno finalmente intervenga e chiedo all’amministrazione comunale di farsi portavoce del disagio che noi proprietari di terreni siamo costretti a patire ogni giorno – conclude l’automobilista –».