Nel mirino la “Conti calcestruzzi” che forniva cemento scadente per lavori pubblici a Catania
L’ufficio del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania ha emesso, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 5 persone, nell’ambito dell’operazione “Chaos”, scattata nel novembre del 2007. In particolare, sono stai raggiunti dal provvedimento:
Antonio Tomaselli, 51 anni, reggente della famiglia Santapaola Ercolano e già detenuto nell’ambito dell’operazione di novembre; Rocco Biancoviso, 50 anni, di Scordia; Giuseppe Conti Pasquarello, 56 anni di Misterbianco; Angelo Di Benedetto, 31 anni, figlio di Santo coinvolto nell’operazione “Chaos”; Alessandro Caruso, 30 anni di Scordia.
Sequestrata (ex art. 321 cpp e 12 quinquies l. 356/92) anche l’impresa “Conti calcestruzzi”, con sede legale a Misterbianco
Il provvedimento, la cui esecuzione è avvenuta ieri a cura dei Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Catania, scaturisce dall’ulteriore approfondimento di segmenti investigativi dell’indagine del Ros eseguita nella notte tra il 10 e l’11 novembre dello scorso anno che ha permesso di accertare che:
Rocco Biancoviso, quale affiliato a cosa nostra catanese – famiglia Santapaola Ercolano, in sinergici rapporti con Tomaselli, indirizzava verso quest’ultimo, titolare occulto della “Conti calcestruzzi”, alcuni imprenditori impegnati nei lavori di posa in opera della fibra ottica in Catania, così consentendo a Tomaselli di divenire fornitore esclusivo del cemento occorrente per l’esecuzione dell’opera (di qualità scadente e fornito all’impresa a condizioni deteriori rispetto a quelle praticate sul libero mercato);
Conti Pasquarello, titolare di fatto della società, consentiva a Tomaselli di esercitare il controllo pieno ed esclusivo sulla stessa, della quale risultava essere socio occulto e unico dominus;
Di Benedetto e Caruso, in conseguenza del rinvenimento di mezzi d’opera oggetto di furto in pregiudizio degli imprenditori e dopo gli arresti eseguiti nell’ambito dell’operazione “Chaos”, tentavano di farsi consegnare 5.000 euro, quale compenso per la restituzione, così favorendo l’associazione mafiosa Mazzei, i “carcagnusi”, cui Santo, padre di Angelo, appartiene.
Il quadro indiziario è stato ulteriormente provato dalle dichiarazioni delle parti offese e da quelle di collaboratori di giustizia.