Diventa virale l’hashtag lanciato dagli addetti al call center nella speranza di salvare l’azienda dal fallimento e i loro 600 posti di lavoro
C’è un hashtag che impazza su Twitter e Facebook: #IOSONOQÈ, che diventa anche #SIAMOTUTTIQÈ. Una campagna virale a cui stanno aderendo cittadini, lavoratori, politici, ma anche volti noti dello spettacolo e del giornalismo, per stringersi attorno ai lavoratori del call center Qè di Paternò che, fallendo, lascia sul lastrico circa 600 lavoratori, gran parte dei quali dell’area di Paternò e comuni limitrofi. Un fallimento provocato dal mare di debiti (sei milioni e mezzo) che la società ha accumulato nei confronti di fornitori, fisco e lavoratori. Le speranze residue di cessione del call center o parte di esso, sembrano allontanarsi dopo gli ultimi infruttuosi incontri fra le parti interessate.
Ma la speranza dei lavoratori è sempre viva e per questo hanno chiesto a tutti di esprimere il proprio #IOSONOQÈ.
Anche Yvii24 aderisce alla campagna social.
Intanto, i Segretari generali di Slc-Cgil e Fistel-Cisl, rispettivamente Davide Foti e Antonio D’Amico, hanno chiesto al Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta un incontro sulla vertenza Qè. Di seguito il testo della missiva.
Lo scriventi OO.SS. con la presente richiedono un incontro urgente sulla delicata vertenza che impatta circa 600 lavoratori del call center Qè di Patemò. Il Call center Qè gestisce commesse statali inbound come Enel ed INPS, quest’ultima attraverso subappalto con Transcom World Wide Spa competitor nazionalo, o commesse come Wind o Sky outbound.
A Giugno 2016, per le forte richieste sindacali, l’azienda approva un bilancio consuntivo con un debito di circa 6,5 milioni di euro che a detta dell’amministratore unico la maggior parte di questo deriva dal mancato pagamento dell’Iva con conseguente attestazione di evasione fiscale.
Le OO.SS. congiuntamente al Sindaco di Paternò hanno ottenuto un tavolo presso la Prefettura di Catania per ricercare soluzioni condivise di continuità occupazionale e con l’obiettivo inoltre di ricercare attraverso imprenditori locali e aziende nazionali un probabile affitto di azienda. Purtroppo questo tavolo tecnico non ha prodotto nulla di tangibile, al netto di un’azienda, una certa DMGroup, che si inserisce all’ultimo minuto e dichiara di essere disponibile solo ad acquisire le Commesse Enel inbound ed outbound e Wind Outbound, però ad oggi nessuna convocazione abbiamo ricevuto per un eventuale tavolo.
Come può ben capire il territorio catanese non può permettersi questo ennesimo “scippo” fatto da imprenditori senza etica e moralità con l’unico obiettivo di saccheggiare non solo economicamente la nostra provincia ma soprattutto lasciando più di seicento famiglie nella più totale disperazione.
Le OO.SS. Stanno comunque spingendo affinché si apra a livello nazionale e presso il Ministero dello Sviluppo Economico un tavolo di crisi che possa ricercare soluzioni idonee e metta in campo delle leggi a supporto dei lavoratori come la clausola sociale.
Proprio per queste ragioni le chiediamo di intervenire in merito al solo fine di scongiurare una emorragia occupazionale in un territorio già martoriato da mala politica o malaffare e convochi subito un tavolo regionale per supportare la vertenza delle lavoratrici e dei lavoratori di Qè Call Center.
La ringraziamo anticipatamente e con l’occasione Le porgiamo Distinti Saluti.
Catania lì, 19-9-2016
I Segretari Generali di Catania
SLC CGIL e Fistel Cisl
Davide Foti e Antonio D’Amico