I boscaioli illegali provocano un danno ambientale di enormi proporzioni in zona B del Parco dell’Etna
Tre persone, tutte dello stesso nucleo familiare, sono state denunciate a piede libero dai Carabinieri con l’accusa di furto aggravato, per aver tagliato un centinaio di querce secolari a Monte Arso, in territorio di Ragalna, quasi al confine con il territorio di Santa Maria di Licodia nella zona B del Parco dell’Etna.
Si tratta di un uomo di 52 anni e dei figli di 22 e 25 anni, tutti braccianti agricoli di Biancavilla. Gli altri eventuali reati commessi, inclusi quelli ai danni dell’ambiente, verranno vagliati dalla Procura della Repubblica. Si tratta di un danno ecologico di proporzioni enormi per l’area protetta, nella quale possono operare solo i tagliaboschi autorizzati e nel rispetto delle norme del parco.
I tre sono stati sorpresi dai Carabinieri di Ragalna e Santa Maria di Licodia mentre tagliavano le querce nell’area che si trova al termine della stradella in basolato lavico che conduce a Monte Arso, non distante dalla zona Cavaliere. La legna recisa era stata caricata sul cassone di un camion (foto sopra). I militari erano già sulle tracce dei tagliaboschi illegali, dopo una segnalazione ricevuta nei giorni scorsi per i tagli indiscriminati, e non autorizzati, avvenuti nella zona.
Della denuncia e del danno commesso ai danni del patrimonio boschivo, ne è stata data notizia al presidente del Parco dell’Etna Marisa Mazzaglia.
«Le mie congratulazioni ai Carabinieri per la brillante operazione e tutta la mia gratitudine per aver messo fine a questa pratica così devastante per il parco – dichiara la presidente a Yvii24 –. Da quanto avvenuto mi rendo conto che, purtroppo, i reati ambientali non sono considerati da alcuni in tutta la loro gravità. Il taglio di querce secolari rappresenta una perdita incalcolabile per il nostro patrimonio boschivo».