Sono passati quasi 5 anni dalle ultime elezioni amministrative a Santa Maria di Licdia e la nuova tornata elettorale è ormai ad un tiro di schioppo da noi. Che le amministrative siano ormai vicine, lo si era comunque capito bene già da qualche tempo, a partire dalle dichiarazioni al vetriolo da parte di alcuni fedelissimi del sindaco Mastroianni, che proprio nelle scorse settimane hanno voluto raccontare attraverso la nostra testata il loro personale “silenzioso disagio” vissuto in questi anni all’interno della coalizione politica che ha amministrato il paese in questo ultimo decennio. Intanto, dicevamo, a pochi mesi dalle prossime elezioni che dovranno portare nel palazzo di città un nuovo capo dell’amministrazione licodiese, qualcosa inizia a muoversi. “AAA nuove alleanze cercasi”, riunioni segrete, interminabili discussioni in auto tra questo e quel rappresentante politico, ricominciano a movimentare lo scenario politico-sociale del piccolo centro etneo che da 4 lunghi anni era caduto nel mortorio più assoluto.
In questo contesto, una figura che ha comunque ritagliato in questi anni un proprio spazio nella politica locale e regionale, è certamente quella del professore Benedetto Torrisi – l’uomo dei comitati, qualcuno lo ha etichettato, visto il suo impegno all’interno di diversi gruppi civici nati per questa o quella causa – , che da ex candidato sindaco di Santa Maria di Licodia, si è reso disponibile ad un’intervista attraverso la quale ha voluto analizzare lo scenario politico licodiese. Figura vicina – anzi vicinissima – all’assessore regionale Marco Falcone, ha anche ricoperto per qualche mese il ruolo di assessore all’interno del comune di Tremestieri Etneo. Oggi, seppur abbia escluso categoricamente la propria candidatura a sindaco di Santa Maria di Licodia, il professore associato di Statistica Economica all’Università di Catania sembrerebbe aver assunto, nel contesto delle amministrative 2022 il ruolo di “aggregatore di idee” all’interno di un gruppo di cittadini licodiesi.
Professore Torrisi, dopo la sua esperienza da candidato sindaco nel 2017, cosa ne pensa della Licodia di oggi?
L’occasione di essere stato chiamato nella vita politica e nelle competizioni politiche del nostro Comune (Santa Maria di Licodia), mi porta a ripetere dal 2012 sempre la stessa riflessione “Licodia come Civita di Bagnoregio”. Forse qualcuno conosce di cosa si tratta ma se qualcun altro non lo conoscesse potremmo suggerire di guardare a fondo nell’intimo del “bene comune o del benessere comune” del proprio comune e rendersi conto del significato.
Parlando con molti licodiesi, oggi si sente spesso dire che Licodia è solamente un dormitorio? Cosa ne pensa di questa affermazione
È evidente, come detto, che siamo davanti ad un “paese che muore come Civita di Bagnoregio che sorge su una rocca di tufo che sgretolandosi, porta giù abitazioni ormai disabitate”. Ecco questo accade in maniera frustrante a S. M. di Licodia, luogo di storia, di cultura, di terra, di artigianato e dalla forte identità, oggi divenuta dormitorio, privo di stimoli, con uno scarso reddito pro capite e una bassissima qualità della vita. Una premessa d’obbligo, seppur forte nei contenuti, che la si legge negli occhi dei suoi abitanti o nel sentore comune. Eppure, i territori viciniori crescono a dismisura con un reddito pro capite che cresce, una vivacità giovanile che utilizza la città e che rimane a godere del proprio territorio, laddove questo offra opportunità anche di divertimento. L’artigianato e l’industria crescono, il capitale circolante cresce e quindi cresce anche il benessere.
Parole abbastanza forti. A cosa dovrebbe servire, secondo lei, questa riflessione?
Ad essere obiettivi! A valutare lo stato delle cose in modo critico, costruttivo ed interessato nell’ottica del bene comune. Scrivevo e testimoniavo durante gli incontri elettorali del 2012 (con l’ex candidato sindaco Gigi Tambone) le medesime riflessioni che a distanza di 10 anni oggi diventano ancora più pregnanti, fornendo una visione ancora più negativa di allora.
Cos’è cambiato da allora?
Tutto!
Perché?
Perché la regressione porta a questi risultati ed è sotto gli occhi di tutti! Essermi concesso a disposizione di un gruppo nel 2012 e nel 2017 nella qualità di candidato a sindaco, assumeva per me un sentimento di responsabilità che va ben oltre le ambizioni personali, specie quando da ricostruire è tutta la struttura portante di un territorio: giovani, anziani, senso civico, servizio amministrativo, democrazia partecipata, rispetto delle regole e un arrivismo palese e mediocre! Tutti aspetti che rendevano quei momenti competitivi ancora più pesanti. Eppure quell’occasione fu la chiara rappresentazione di una Licodia che voleva alzare la testa, ma una altrettanta Licodia (l’evidente maggioranza) che aveva chiaro il valore del suo futuro, ed oggi è la stessa che ne piange le conseguenze!
Sono solito pensare che una buona campagna elettorale, va iniziata il giorno dopo le elezioni, anche con un ruolo di oppositore. Ma cosa successe all’indomani delle amministrative 2017? Qualcosa non le andò giù. Ce ne vuole parlare?
Non posso dimenticare i diversi che all’indomani delle elezioni del 2017 cambiarono casacche per opportunità “aggiungerei di piccolo orto”, altri che cominciarono a litigare chi doveva essere il futuro candidato del 2022, altri che nella ratio di dare voce a quella Licodia che non muore, hanno dato seguito ad azioni civiche utili per il paese e per i territori. Ma nel frattempo questo territorio regrediva. Questa fotografia, seppur triste, lascia spazi all’ottimismo poiché mossi da un alto senso di difendere il proprio territorio, le proprie radici, i propri averi, fugando da ogni dubbio del “maligno e mediocre pensatore di borgata” che questa possa essere l’anticamera per preparare il terreno per una nuova ricandidatura!
Dicevo nell’incipit di questa intervista, che alcuni lo hanno rinominato come “l’uomo dei comitati”. Altri, hanno detto che “finita la campagna elettorale è sparito dallo scenario politico”. Cosa si sente di rispondere?
Siamo arrivati terzi nella competizione e pertanto non ci restava che lavorare sotto il piano civico. Chi doveva fare opposizione c’era già! La mia è una riflessione aperta di un cittadino che mettendosi in gioco per il proprio territorio, non è sparito, ma che anzi, ha contribuito dall’esterno a dare forza a policy che porteranno nel tempo i loro frutti. E tutto ciò frutto di uno slancio civico al quale hanno partecipato anche cittadini Licodiesi che con spirito di servizio hanno destinato il loro tempo per opere di importante valore: stiamo parlando del raddoppio della SS284, della trasformazione della CircumEtnea in MetroCircumetnea, della ciclovia della bassa montana e non meno importante il contributo politico assunto con l’Assessore Falcone nel finanziamento della ristrutturazione della Villa Comunale.
Quindi, possiamo dire, che ha continuato a fare politica per Licodia, dall’esterno?
Queste sono tutte opere per le quali ci si è resi conto dell’importanza di partecipare alla vita “P”olitica cittadina anche dall’esterno, pur di dare continuità e identità del proprio ruolo nella società paesana, senza se e senza ma! Eppure c’è chi ha l’arroganza e la mancanza di umiltà di spacciare tali opere o policy per proprie invece di creare unione, forza, condivisione e visione programmatica per questo territorio. Siamo davanti alle cosiddette “guerre tra poveri”. Ecco cosa manca nella vita politica di questo Comune. Mancano questi elementi. E malgrado ciò, si cerca di convincere il popolo nel rush finale.
Quale ruolo pensa di assumere per le prossime elezioni?
Il mio ruolo sarà quello di semplice cittadino attivo. Escludo la mia candidatura. Dal giorno successivo alle elezioni del 2017 abbiamo mantenuto vivo un gruppo di volenterosi mentre altri, nel tempo, si sono aggiunti ed altri ancora si stanno aggiungendo alla luce delle future elezioni, come altrettanti altri si sono persi tra virate e contro virate di interessi personali. Ciò che conta, a mio avviso, è che nel paese si abbia amore per il proprio territorio. Ma questo non lo vedo affatto, come non vedo grandi opportunità di cambiamento se a prendere le redini amministrative sia gente che ancora ha interesse di mantenere questo territorio nel degrado sociale e ambientale.
Il suo, inutile negarlo, è uno dei nomi che circola in maniera insistente in paese, come possibile candidato sindaco. È veramente certo di non essere un futuro candidato alla poltrona di primo cittadino?
Intanto occorre sottolineare che candidarsi a Sindaco deve essere una volontà proveniente da un gruppo. Inoltre escludo categoricamente la mia discesa in campo poiché ritengo di poter essere molto più utile dietro le quinte anche da semplice cittadino attivo, appartenente ad un gruppo regionale che ha donato e conta di donare policy e risultati importanti per questo paese e per il territorio pedemontano. Questo paese ha bisogno di una squadra che lo ami, che dal giorno dopo delle elezioni lavori seriamente ed in modo tangibile per operare un cambiamento culturale, sociale e ambientale. Una squadra che dall’indomani dalle elezioni non cada nelle bassezze della politica tra poveri ma si proietti verso una politica con la “P” maiuscola. Una squadra che valorizzi e crei entusiasmo nella macchina amministrativa e non interessi di singoli, foraggiando meccanismi a maglia dei quali il paese ne è intriso.
Ma, in definitiva, lei e il suo gruppo cosa pensa di proporre per il “bene” di questo paese? Ha anche una policy per un gruppo nascente?
Il mio obiettivo dovrebbe essere quello di ogni singolo licodiese, cioè non lasciare che questo paese rimanga impantanato in una regressione divenuta patologica. E questo non significa escludere tutti coloro che tentano “forse” di amministrarci, ma bensì selezionare tra essi i migliori per capacità, accogliendoli con il nostro gruppo e trovandone una sintesi. Serve un bagno di umiltà e di amore fugando ogni pretesa da chiunque ci abbia governato o abbia tentato di farlo, nel voler primeggiare. A Licodia non serve un candidato sindaco ma serve una squadra di candidati Amministratori per il buon governo, che trovino in un Sindaco la sintesi dei loro interessi: il bene comune! Su questo stiamo lavorando da tempo, anche se non sono convinto che ci riusciremo e il motivo va ricercato nell’assenza diffusa alla partecipazione politica della gente, che si risveglia da torpore solo a ridosso delle elezioni. E questo non va bene! Ma se da un lato l’essere pessimista aiuta a non sognare ad occhi aperti, dall’altro le attestazioni di stima, vicinanza, partecipazione, dialogo di alcuni – anche attuali amministratori -, lascia aperto lo spiraglio dell’ottimismo. Noi abbiamo una squadra nella quale stiamo aggregando forze elettorali (poiché i voti contano) con l’identità di gruppo e con dei possibili candidati a Sindaco, sui quali il gruppo dovrà esprimerne la propria leadership. Io sto assumendo il semplice ruolo di censore e di indirizzo sulle idee, sulla visione della Licodia che vogliamo e sulle policy. Questo è ciò che so fare, anche per la mia formazione professionale, e questo sto mettendo da tempo a disposizione delle comunità locali.
In molti sostengono che lei rifiuti il ruolo di candidato sindaco, perché nel prossimo futuro potrebbe essere chiamato ad assumere ruoli regionali. Quanto c’è di vero?
Se questo è quello che si dice è evidente che non solo non sono sparito dalla vita politica territoriale ma che anzi l’ho foraggiata dall’esterno con idee opere che cammineranno da sole. Il tutto conferma di aver fatto del bene, ma sicuramente anche di aver alzato quell’asticella verso la quale tutta la politica licodiese dovrebbe orientarsi. Quindi, pensiamo a lavorare bene, il resto lasciamole “chiacchiere da cafè”. Se queste “chiacchiere” avessero un fondamento futuro, esso sarà solo frutto di una volontà di un gruppo e non del singolo. “Non sono uno che si guarda allo specchio e sostiene la sua candidatura!”
Volendo fare un identikit del nuovo sindaco di Santa Maria di Licodia, chi vedrebbe adatto a ricoprire questo ruolo?
Il Sindaco di Licodia dovrà essere un soggetto di esperienza amministrativa, che abbia rapporti forti con la Regione e lo Stato, capace di entusiasmare la sua squadra di governo ma altrettanto capace di entusiasmare il popolo verso una partecipazione attiva e costante alla vita politica. Un Sindaco che sia in grado di andare ben oltre le logiche delle azioni di piccolo taglio, un sindaco che guardi la comunità tutta ricreando quella identità che oggi manca più che mai. Un Sindaco che valorizzi tutte le esperienze associative che sono le uniche che rendono vivo, seppur a sprazzi, questo territorio.
Un Sindaco del territorio che vive nel territorio che sappia valorizzare con la sua squadra tutte le anime del territorio: dagli allevatori agli agricoltori, dagli imprenditori ai commercianti, dai giovani agli anziani, dalle associazioni sino a quelle nascenti. E’ ovvio che, il giorno in cui il gruppo sceglierà il nome del candidato, esso dovrà presentare un squadra capace di sintetizzare questa idea. Di questo me ne farò garante anche nel rispetto e nel richiamo costante di quegli oltre mille cittadini che mi hanno votato come sintesi di una squadra. Chi vorrà partecipare a questo progetto è ben gradito, non servono né titoli né pedigree, ma serve serietà e fedeltà nell’idea. Siamo qua per dare il nostro contributo. Viceversa, vivremo all’ombra dei paesi viciniori, possibilmente con un buon biglietto da visita: degrado ambientale e sociale!
Un identikit complesso, quello che ha “disegnato”. Secondo lei, esiste oggi una figura così completa a Santa Maria di Licodia o è solo utopia?
Il tentativo va fatto e su questo occorre lavorare, sempre con i presupposti di una squadra per il buon governo.
Infine, un’ultima domanda. Lei in quanto professore universitario è in costante contatto con le fasce più giovani. Perché a Licodia, i giovani, sono fortemente disinteressati alla politica? Cosa direbbe loro per motivarli ed avvicinarli alla “cosa pubblica”?
Questo dovremmo chiederlo a loro ma ascoltando da più parti, nei giovani, traspare sfiducia e volontà di utilizzare il paese come dormitorio. Molti di loro hanno bellissime idee per il territorio eppure non vengono valorizzati. Molti altri portano avanti azioni sociali molto utili per animare il territorio ma non vedo in loro quello scatto di orgoglio o senso di appartenenza che li vede critici rispetto alla regressione palese. Comunque sia i giovani ci sono e con noi dialogano e ci apprezzano, poiché comprendono che ci può essere un futuro solo se loro sono partecipi e coinvolti.