Un giorno per ricordare, un giorno per tramandare alle future generazioni l’orrore dell’Olocausto e dei campi di concentramento, affinché tutto ciò non si ripeta mai più. È questo il filo conduttore della giornata della Memoria che il 27 gennaio di ogni anno, dal 2005, viene celebrata a livello internazionale su volere dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. In questo clima di ricordo, anche Santa Maria di Licodia dovrà da oggi aggiungere un importante tassello nel puzzle della “memoria” cittadina. Con decreto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stata infatti conferita questa mattina ai familiari del licodiese Salvatore Pappalardo – nato il 30 aprile 1914 e morto nel 1996 – la Medaglia d’Onore dedicata a cittadini italiani, militari e civili deportati ed internati nei lager nazisti e destinati a lavoro coatto. Pappalardo, prese parte alla seconda guerra mondiale tra le fila del quarto reggimento Fanteria imbarcandosi per l’Albania l’1 dicembre 1940 combattendo per circa 3 anni fino al giorno della sua cattura ed internamento.
A consegnare l’encomio alla famiglia, all’interno dell’aula magna del Liceo Ginnasio statale “Mario Cutelli” il Prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi durante la manifestazione “La memoria rende liberi”. Un’opera certosina di ricerca e ricostruzione di documenti, portata avanti dal nipote Fabio Distefano che ha “scomodato” archivi storici tedeschi, italiani e dello stato del Vaticano, per ricostruire la storia di suo nonno. «Mio Nonno», racconta ad Yvii24 Fabio Distefano, «fu catturato a Patrasso in Grecia dai tedeschi l’8 settembre del 1943 e trattenuto prigioniero fino al 14 aprile del 1945. Passò con certezza i primi mesi della sua prigionia nello stalag (campi di concentramento per prigionieri militari) IIB Ad Hammerstein, all’epoca territorio germanico (oggi in Polonia) e successivamente trasferito in un sottocampo di Buchenwald. Purtroppo, nonostante le ricerche fatte personalmente, non sono riuscito a ricostruire tutti i suoi spostamenti, anche perché non parlava molto volentieri di questi fatti e molti sono ancora i tasselli che mancano».
Tra i 15 e i 17 milioni di morti, di cui 5 o 6 milioni solo ebrei. Questo il dato sconcertante ancora oggi incerto sul numero di vittime che generò la più atroce “macchina” di distruzione voluta dal regine nazista guidato da Adolf Hitler, sostenuto dai suoi alleati. Oltre agli ebrei, furono vittime dell’Olocausto le popolazioni slave delle regioni occupate nell’Europa orientale e nei Balcani, neri europei e quindi prigionieri di guerra, oppositori politici, massoni, minoranze etniche come rom, sinti e jenisch, gruppi religiosi come testimoni di Geova e pentecostali, omosessuali e portatori di handicap mentali e/o fisici.