Concluse le celebrazioni patronali. Il Pontificale di Monsignor Gristina sancisce l’indole di una festa sobria ma vissuta intensamente dai fedeli. Il Sindaco chiede alla Patrona pace e unione
Conclusi ieri, a Paternò, i festeggiamenti patronali in onore di Santa Barbara. L’acme dei tre giorni di festa per la santa patrona è stato raggiunto con il solenne pontificale, un momento d’intensa preghiera e ringraziamento da parte dei fedeli della città. Celebrato dall’arcivescovo metropolita di Catania, monsignor Salvatore Gristina, è stato seguito, in una chiesa patronale gremitissima, da molti devoti. Presenti fra gli altri, durante la funzione religiosa, anche il clero del XII Vicariato, i cappellani militari, le autorità civili e militari.
La giornata di festa è stata annunciata da uno scampanio gioioso, e come nella giornata precedente c’è stata la svelata del venerato simulacro di santa Barbara. All’inizio della messa prendendo la parola il vicario foraneo Enzo Algeri ha sottolineato il carattere della quest’edizione della festa: «Una festa meno opulenta delle precedenti edizioni, ma che ha reso ancora di più il senso religioso, la venerazione alla protettrice della città».
In realtà non sono mancate le luminarie, né i fuochi pirotecnici, neppure la processione del fercolo nelle vie principali, solo che tutto è stato ridimensionato: gli addobbi hanno interessato solo alcune vie e piazze quelle inerenti il corteo ecclesiale, inoltre ci sono stati eventi culturali come la notte bianca barbarina, in cui anche gli aspetti non strettamente legati al culto, non sono stati trascurati.
Successivamente nel corso della celebrazione eucaristica, durante l’omelia, monsignor Gristina si è soffermato sul martirio di santa Barbara: «Dobbiamo comprendere la mentalità delle beatitudini per essere veramente discepoli di Gesù. Siamo qui per contemplare il volto glorioso di santa Barbara, in lei c’è la beatitudine nella persecuzione.
Diviene beata nella persecuzione, nell’offerta della sua vita al Signore. Per questo è martire e testimone fedele. È bello contemplare Barbara – ha concluso l’arcivescovo – ma dobbiamo fare un passo avanti: dobbiamo pregare per tante sorelle e tanti fratelli che sperimentano oggi la persecuzione».
In conclusione della messa, prima della solenne benedizione, il sindaco Mauro Mangano ha affidato con una preghiera la città di Paternò alla protezione di santa Barbara: «Chiedo la pace. Non c’entra la guerra, non c’entrano le armi, ma la pace nelle famiglie, la pace fra di noi. La pace interiore. Talvolta tutto diventa sproporzionato nei nostri cuori. Quanto abbiamo bisogno di essere capiti! E chiedo l’unione. Che i nostri desideri siano condivisi. Il poter lavorare assieme per progetti comuni. Alla fine ti voglio dire grazie. Perché nelle mani di tanti paternesi generosi ho sperimentato la misericordia. Grazie!».