Immagine di repertorio
2400 euro stanziati dal comune per misure idonee ad aumentare i livelli di sicurezza sull’arteria
Un morto, diversi incidenti con feriti e una richiesta di rinvio a giudizio a carico di due persone tra cui un dirigente comunale. È questo il prezzo che si è dovuto pagare a Santa Maria di Licodia prima che qualcosa si muovesse su via Alcide De Gasperi e, nello specifico, nel tratto ormai tristemente ribattezzato come “curva della morte”, al confine con il comune di Biancavilla. È del 31 dicembre scorso la determina dall’area tecnica del comune, attraverso la quale l’attuale dirigente del settore tecnico comunale, ha proceduto con l’impegno di spesa di circa 2400 euro per la “fornitura e messa in opera di segnaletica orizzontale e verticale” in quel tratto di strada.
Nello specifico, sarà ripristinata la linea continua sul manto stradale, saranno posizionati ulteriori segnali di pericolo e sarà integrata la segnaletica nel tratto antecedente la curva, provenendo da Licodia. Inoltre, sul manto stradale, saranno installati anche dei rifrangenti denominati “occhi di gatto” che delimiteranno il bordo esterno della curva delineandone l’andamento.
La questione legata ad una carente segnaletica stradale in quel tratto di strada, era stata sollevata anche da parte della nostra testata giornalistica all’indomani del tragico incidente della notte di Halloween 2017 all’interno dell’articolo “basta sangue su via De Gasperi“. In quell’articolo veniva suggerito da parte nostra, per la messa in sicurezza della strada, tra le varie proposte, la possibilità rendere evidente la curva non solo con una adeguata illuminazione, ma anche con l’installazione di segnalatori luminosi di ciglio stradale, i cosiddetti “occhi di gatto”. Segnali che, come detto, saranno installati nelle prossime settimane.
Le proposte da noi avanzate, trovarono in quell’occasione una replica stizzita da parte del primo cittadino Salvatore Mastroianni, il quale affermò tra l’altro che “l’Amministrazione Comunale ha già provveduto, a suo tempo, a dotare la strada con la dovuta segnaletica” (rileggi l’articolo). Da quell’articolo, di “acqua sotto a quel ponte” ne è passata, tra cui anche il rinvio a giudizio di due persone per l’incidente dove trovò la morte il 22enne adranita Carmelo Bulla (rileggi articolo).
Oggi, fa piacere leggere che il comune ritenga di “dover integrare la segnaletica esistente al fine di consentire meglio agli utenti della strada di approcciare più in sicurezza la citata curva al fine di evitare il più possibile ulteriori incidenti”. Forse, quei giornalisti che denunciarono un grave pericolo, non erano poi così tanto visionari.