Riuscirà il buon senso dei licodiesi a prevalere su una normativa nazionale assente?
Forse sotto la scia emozionale della carovana rosa del giro d’Italia che qualche mese fa ha lambito marginalmente il territorio di Santa Maria di Licodia, negli scorsi giorni sono apparsi anche nel piccolo centro etneo – nei pressi della farmacia di via Vittorio Emanuele e della vicina piazza Umberto I – due “parcheggi rosa” destinati alle donne in stato di gravidanza o con bambini di età non superiore ad un anno. Una diffusione sempre maggiore, quella delle strisce rosa, realizzate dalle amministrazioni comunali in prossimità di quelle strutture pubbliche come ospedali, asili, farmacie, supermercati, con con l’intento di favorire lo svolgimento di alcune attività quotidiane alle mamme in attesa.
Un senso di civiltà certamente lodevole, sposato da diverse amministrazioni nazionali ed in ultimo anche da quella licodiese, ma che si scontra con quella che è la normativa nazionale che purtroppo non regolamenta la realizzazione di tali stalli. Questione di legittimità che approdò nel 2010 anche nell’emiciclo del Parlamento nazionale attraverso un’interrogazione presentata all’allora ministro delle infrastrutture e dei trasporti Altero Matteoli dal deputato Marco Zacchera.
In quell’occasione, il Ministro precisò che “in riferimento all’interrogazione in esame, l’articolo 7, comma 1, lettera d), del decreto legislativo 30 aprile 1992 n. 285, nuovo codice della strada, stabilisce che i comuni con ordinanza del sindaco possono riservare limitati spazi alla sosta dei veicoli degli organi di Polizia stradale, dei Vigili del fuoco, dei servizi di soccorso nonché di quelli abilitati al servizio di persone con limitata o impedita capacità motoria, munite del contrassegno speciale, ovvero a servizi di linea per lo stazionamento ai capilinea. La norma non prevede invece la possibilità di riservare spazi di sosta ai veicoli a servizio di donne in stato di gravidanza. Pertanto, non risulta coerente con il dettato normativo vigente la scelta di riservare spazi di sosta alle gestanti e puerpere. Tuttavia, il ministero delle infrastrutture e dei trasporti potrà valutare l’opportunità di proporre una modifica nel senso auspicato”.
Una valutazione di “opportunità” mai approdata in parlamento e che ancora oggi non garantisce alcun privilegio “rosa” per le donne incinte da parte della normativa nazionale. Il risvolto della medaglia è, purtroppo, anche quello del “niente multe” da parte delle forze dell’ordine per coloro che non vorranno far prevalere il senso civico di base che, al di la del codice della strada, dovrebbe far lasciare liberi i parcheggi riservati alle donne.