L’evento ha voluto portare alla luce l’antica origine del cognome più diffuso nel paese etneo
Si è soliti partecipare o assistere a raduni di moto, di auto d’epoca, nel migliore dei casi della stravaganza dei gemelli omozigoti, ma assistere ad un raduno di persone con lo stesso cognome è di certo qualcosa di insolito. Eppure Santa Maria di Licodia – non poteva essere diversamente, considerato che tale cognome è il più diffuso nel territorio cittadino – lo scorso venerdì, è stata teatro del primo “Furnari day”, ovvero il raduno di coloro che portano il cognome Furnari. A fare da cornice all’insolito evento il palazzo di città licodiese alla presenza del presidente del Consiglio comunale Giovanni Buttò e del vice sindaco Mirella Rizzo.
Promotore dell’evento, insieme al licodiese Gaetano Furnari, il sig. Michele Conigliello, di Belluno, che nel corso della sua vita ha dedicato molto del suo tempo alla ricerca delle origini dei “Furnari”, girando in lungo ed in largo la Sicilia e consultando gli archivi degli stati civili, i registri parrocchiali ed anche dei cimiteri. Un albero genealogico dei Furnari – cognome largamente presente anche in Argentina, Germania ed in diverse regioni italiane – che sembrerebbe essere accomunato da una storia comune, risalente al ‘700, quando un gruppo di cittadini messinesi si trasferirono a Santa Maria di Licodia.
Il casato dei Furnari, natii Liguri, si insediò in Sicilia – per l’appunto nella città messinese di Furnari – nel XIII secolo ad opera di un certo Filippo Furnari che ebbe in concessione dagli Svevi, alcune terre del territorio di Patti. Il primo ceppo si trasferì dal messinese al borgo feudale di Licodia nel 1744 – dove governava l’Abate di Santa Maria di Licodia e di San Nicolò l’Arena ormai residente a Catania da anni – incentivato da un lato dalle risorse naturali offerte dal territorio come le ricche falde acquifere, la verdeggiante valle del Simeto a sud del borgo e le grandi distese di pietra lavica pronta ad essere trasformata, dall’altro dai diversi appezzamenti di terreno che vennero concessi dall’Abate per essere coltivati. Tutti fattori che permisero un forte incremento demografico del territorio con conseguente attrazione di nuova manodopera ed una conseguente diffusione del cognome Furnari che oggi conta oltre 260 abitanti (fonte: www.italia.indettaglio.it).
«Abbiamo voluto questo incontro – commenta l’assessore Mirella Rizzo, introducendo il meeting –, nella casa madre di Licodia, l’antica abbazia benedettina, simbolo di accoglienza e di fede. Noi, come figli di questa abbazia, apparteniamo a questa radice cristiana che ci predispone all’accoglienza, e come tali cerchiamo di essere degni successori dei nostri fondatori».
Il meeting dei Furnari, arricchito anche dalla presenza dello storico licodiese Luigi Sanfilippo che ha tracciato un excursus storico licodiese, ha rappresentato non solo un momento di aggregazione ma ha voluto anche esaltare quel senso di appartenenza alla storia locale spesso sopito nelle nuove generazioni. L’incontro si è poi concluso con un brindisi finale e con l’arrivederci all’anno prossimo.