Mirella Rizzo: «Ricordare è importante perchè la memoria mantiene in vita il messaggio»
Si è tenuta questa mattina, come di consueto ogni 19 luglio a Santa Maria di Licodia in via Aldo Moro presso l’effige commemorativa che ritrae i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – uccisi per mano della mafia nel 1992 – la cerimonia di commemorazione in memoria della strage di via D’Ameglio nella quale 25 anni rimase ucciso il magistrato Paolo Borsellino insieme a cinque uomini della sua scorta. Sul posto è stata deposta una corona d’alloro alla presenza del Comandante della locale stazione dei Carabinieri Giancarlo Greco, del Comandante dei Vigili Urbani Placido Aricò, del vicesindaco Mirella Rizzo, degli assessori Giuseppe Di Perna e Gaetano Distefano ed il capogruppo di maggioranza Pippo Nicolosi, oltre che ad alcune delegazioni delle associazioni Misericordia, Pacini e Cultura e Allegria.
«Ricordare è importante – spiega il vicesindaco Mirella Rizzo – perché la memoria mantiene in vita il messaggio. Il sacrificio di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone è da interpretare non solo come fatto tragico in sé ma soprattutto come impegno e coraggio che i due magistrati siciliani hanno avuto nel combattere e contrastare i sistemi malavitosi di Cosa Nostra».
Una strage ancora irrisolta e che a 25 anni dall’avvenimento è contornata da false testimonianze svelate dal pentito Spatuzza. Nuove e vecchie intercettazioni al vaglio degli inquirenti e un nuovo processo a carico della “primula rossa” della mafia degli ultimi tempi, Matteo Messina Denaro, per accertare non solo eventuali responsabilità sugli attentati del 1992 ma anche per cercare di fare luce sulle tante “verità nascoste” di questo triste periodo italiano. Quello legato alla strage di via Mariano D’Amelio è uno dei più grandi misteri giudiziari dell’ultimo trentennio ancora purtroppo carico di incertezza e senza un vero e proprio colpevole.
«Mi sembra doveroso che ogni singolo cittadino si unisca all’esempio di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone – afferma l’assessore Gaetano Distefano – artefici di un’eredità che oggi chiamiamo legalità e onestà. È doveroso che ognuno faccia tesoro di questi valori come esempio da trasmettere soprattutto alle nuove generazioni».
Sarà inoltre intenzione dell’amministrazione ripristinare uno slargo pubblico già intitolato ai giudici poco dopo delle stragi. Nella strage di via D’Amelio persero la vita, oltre che a Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli. L’unico sopravvissuto fu l’agente Antonino Vullo. In quella di Capaci, avvenuta il 23 maggio 1992, oltre al magistrato antimafia Giovanni Falcone, persero la vita sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Si riuscirono a salvare gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l’autista giudiziario Giuseppe Costanza.