Riflessione sulle strategie geopolitiche dell’Occidente che hanno provocato la nascita dell’Isis. Relatore d’eccezione Alberto Giovanni Biuso, docente di filosofia teoretica
“L’Isis e l’Occidente”: è questo il tema della conferenza tenutasi sabato 9 aprile nella biblioteca comunale di Palazzo Ardizzone a Santa Maria di Licodia. Relatore il professore Alberto Giovanni Biuso, stimato docente di filosofia teoretica presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania. Ad aprire la conferenza, organizzata dall’associazione licodiese “Cultura&’Progresso”, il saluto del primo cittadino di Santa Maria di Licodia Salvatore Mastroianni e l’introduzione del presidente dell’associazione Fabio R. Furnari, che ha subito ceduto la parola all’interessante e ricco di spunti intervento del relatore.
Per spiegare il rapporto che lega l’Isis (lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante) all’Occidente (intenso non come Europa ma come Stati Uniti d’America) il professore Biuso utilizza una bizzarra quanto esplicativa metafora. Il riferimento è al cartoon disneyano “Fantasia”, in cui l’apprendista stregone desideroso di utilizzare i suoi poteri comincia ad animare ad uno ad uno gli oggetti che lo circondano, finché la situazione gli sfugge di mano perdendo completamente il controllo. Allo stesso modo, l’Occidente veste i panni di quell’apprendista stregone, reo di aver fomentato l’insorgere dello Stato Islamico con decenni di spregiudicate politiche interventiste in Medio Oriente, ma ora incapace di frenare una situazione ormai sfuggitagli di mano. L’Occidente, dunque, come principale responsabile della nascita dell’Isis, di questo nuovo protagonista internazionale estremamente pericoloso, ultimo “frutto” di quell’11 settembre 2001.
Secondo l’analisi di Biuso, l’11 settembre 2001 rappresenta ciò che il 7 dicembre 1941 ha rappresentato nel quadro della seconda guerra mondiale, quando l’attacco improvviso del Giappone a Pearl Harbor costituì la scintilla che portò il governo degli Usa ad entrare in guerra. L’11 settembre 2001, in maniera analoga, ha dato via libera all’impegno bellico statunitense nel vicino Oriente. Da qui l’invasione dell’Afghanistan, accusato di nascondere gli attentatori di New York, dell’Iraq di Saddam Hussein nel 2003, della Siria, della Libia di Gheddafi nel 2011. La dissoluzione del potere centrale dei principali stati laici del Medio Oriente ha favorito l’emergere di gruppi di estremisti religiosi e portato alla nascita dell’Isis. Difficile se non impossibile prevedere se e quando l’Occidente riuscirà a riprendere le redini di una situazione così delicata ormai fuori controllo.
Un altro interessante passaggio della conferenza ha riguardato l’osservazione compiuta dal professore Biuso circa il ruolo dei mass media. In una società dello spettacolo come la nostra, questi ultimi possiedono anche il potere di riuscire a manipolare la realtà. La potenza di una sola immagine può cancellare l’effetto di centinaia di fatti, se ben servita. È facile distogliere l’attenzione dalle reali cause dei conflitti, creare nuovi nemici, portare la morte in primo piano dove e quando serve. È quello che è successo con l’immagine del piccolo Aylan senza vita riverso sulla battigia, per fare un esempio.
Una conferenza, quella organizzata da “Cultura&’Progresso”, di alto profilo culturale che ha visto la partecipazione attiva del pubblico coinvolto in un acceso dibattito finale. Yvii24 ha intervistato il professore Alberto Giovanni Biuso: «È importante parlare oggi di questi argomenti perché è una questione che ci tocca tutti, basti pensare a ciò che sta accadendo oggi con la terribile fine di Giulio Regeni in Egitto. In particolare noi siciliani siamo ad un passo dall’Africa del Nord e dal vicino Oriente, quindi conoscere le radici e le modalità di quanto sta avvenendo in quelle aree è fondamentale anche per garantire la nostra sicurezza e capire cosa stia accadendo non solo da quelle parti ma a casa nostra» (nel video l’intervista completa).