Una grossa quantità materiale pietroso si è staccato nelle scorse ore dalla “Pietra Pirciata”, uno dei simboli del comune di Santa Maria di Licodia che sorge nella parte sud del paese in via San Francesco D’Assisi. La roccia, ha subito un crollo per tutta la sua lunghezza, lungo la sua sezione verticale. «La roccia, che è un’arenaria, frutto di sedimentazione di argilla e sabbia, nel corso dei millenni ha subito un processo di sollevamento e ribaltamento» ha spiegato Gino Rapisarda, esperto in Pianificazione del territorio e ambiente. «Oggi, una parte di essa si è staccata lungo la linea di sedimentazione, cioè lungo la linea di contatto tra i vari strati che la compongono. Siamo davanti ad una roccia molto friabile e il crollo potrebbe essere legato sia ad infiltrazioni di acqua piovana al suo interno sia alla presenza di radici che hanno contribuito alla spaccatura della stessa con il conseguente crollo».
La “Pietra pirciata”, non ha oggi una datazione certa e non è chiaro il suo impiego negli anni passati. Attorno ad essa, ruotano storie e leggende. Tra queste, quella che parla di tre ciclopi che vivevano in zona, noti per la loro forza e possanza: Polifemo, Bronte e Carlapone. A seguito di un bottino conteso tra i tre, un giorno nacque un acceso diverbio che sfociò in una lite. Carlapone, che viveva proprio nel territorio di Licodia, per dimostrare la sua forza, e il diritto ad avere una parte di bottino maggiore, poggiò l’indice della sua mano su una roccia, e facendo una leggera pressione, penetrò il dito all’interno della stessa creando un buco. Dopo tale dimostrazione, gli altri contendenti cedettero alle richieste di Carlapone.
La storia, forse più credibile, è quella che la roccia, vista la sua posizione, venisse impiegata come posto di vedetta e di segnalazione. La sua presenza è documentata comunque in un diploma normanno del 1143, in cui viene indicata come punto di riferimento segnante il confine di proprietà. Il caso della “Pietra Pirciata”, certamente non esclusivo, costituisce l’indizio di una tendenza, per quei tempi, all’utilizzo di posizioni di spia e segnalazioni con altre postazioni. Il grosso masso staccatosi oggi, è crollato sulla strada che conduceva al vecchio mulino e all’interno di una cisterna impiegata per l’irrigazione dei terreni agricoli presenti in zona.