Taglio del nastro, sabato scorso, per la seconda farmacia che sarebbe dovuta essere, un tempo, a gestione comunale
Inaugurazione in pompa magna, sabato scorso, della seconda Farmacia comunale di Santa Maria di Licodia, con tanto di sindaco in fascia tricolore e benedizione impartita dal parroco don Santino Salamone. Un’apertura sofferta, il cui decreto è passato sotto gli occhi di ben tre legislature comunali, e che a pochi mesi dal termine del primo mandato elettorale del sindaco Totò Mastroianni trova finalmente dimora in via Aldo Moro. Fra le varie vicissitudini anche la fine anticipata della sindacatura di Francesco Petralia, sfiduciato dal Consiglio comunale esattamente dieci anni fa.
Nemmeno in quest’occasione, ci si è fatti mancare quel “gaudium magnum“ che per certi versi aveva anche rubato la scena da protagonista al patrono licodiese, San Giuseppe, durante le festività dello scorso agosto (rileggi l’articolo).
“A Santa Maria di Licodia 50 anni dopo…” scrive il primo cittadino Totò Mastroianni a commento delle foto della cerimonia pubblicate sul suo profilo Facebook, e che rappresenta, grazie ad un taglio di nastro condito da sorrisi e foto, la trasformazione di un fallimento della politica in un vero trionfo olimpionico.
Quello della farmacia è certamente uno dei “fallimenti trionfali”, per usare un ossimoro, della politica locale cui spesso una piccola comunità viene condannata a subire. Sulla saga che ha portato alla perdita della titolarità comunale all’apertura dell’esercizio commerciale, questa testata ha già parlato in passato cercando di ricostruire le responsabilità (rileggi l’articolo).
Volendo comunque guardare il lato positivo della vicenda, sicuramente l’apertura di una nuova attività commerciale farmaceutica nel paese, sia essa con titolarità pubblica o privata, non potrà che generare un indotto economico positivo per l’economia locale, favorendo il libero mercato e mettendo fine al monopolio appannaggio di un solo soggetto.
Inizia per la dottoressa Daniela Pittalà, neotitolare della farmacia, un’attività che i licodiesi attendevano da anni e che viene anche incontro alle esigenze dei residenti nella zona nuova della città, ma che chiude, al contempo, una delle vicende più travagliate della “seconda repubblica licodiese”.