«Sono criminali!» il grido di denuncia del Comitato Pro Licodia, dopo l’incendio di giovedì che ha interessato il centro raccolta rifiuti. Si profila una nuova area ecologica
Una bomba ecologica con la spoletta attivata, quotidianamente pronta ad esplodere, quella del centro di raccolta di Contrada Panuzza a Santa Maria di Licodia (la vecchia isola ecologica), il cui degrado è stato più volte sotto i riflettori delle testate giornalistiche locali, come la nostra, e del “Comitato Pro Licodia” che su Facebook quotidianamente denuncia lo stato di abbandono dell’area. Ultimo in ordine cronologico è l’incendio di giovedì intorno alle 15, che ha prodotto una grossa nube di fumo nero che ha oscurato una parte di Licodia, e incenerito quintali di prodotti anche pericolosi presenti all’interno dell’area recintata.
Sul posto sono intervenuti una squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Paternò, i Carabinieri della locale Stazione dei Carabinieri e il personale dell’Ufficio tecnico di Santa Maria di Licodia. Dai rilievi dei Vigili del Fuoco, sembrerebbero non esserci tracce che conducano alla matrice dolosa dell’incendio, come liquido infiammabile. Tuttavia, vista la presenza di rami all’interno, non è da escludere.
«Sono criminali!» “urla” il Comitato Pro Licodia su Facebook denunciando quanto accaduto ieri: «Vi ricordate quel mucchio di rifiuti di ogni genere? Non si devono più raccogliere, sono volatilizzate in una nuvola nera immensa in cielo, un boccone amaro per i cittadini licodiesi. Chi vuole, ci può contraddire o contestare, ma i fatti oramai parlano chiari. La combustione del poliuretano causa la formazione di acido cianidrico, un gas estremamente tossico».
Un “disastro ambientale preannunciato”, potremmo dire, visto che proprio negli scorsi giorni è stato denunciato dal comitato l’abbandono, all’interno del perimetro recintato e chiuso da un catenaccio, di una grande quantità di rami secchi frutto della potatura di alcuni alberi del paese. Chi li ha messi li? Era opportuno accatastare quei rami vicino a rifiuti come frigoriferi, materassi, copertoni, plastica di ogni genere e carcasse di vecchie TV? Queste e tante altre domande, certamente, balzeranno alla mente dei cittadini.
Una “fumata nera” che per analogia con quella più famosa del comignolo Vaticano, indica un “nulla di fatto” da parte dell’Amministrazione comunale, almeno fino ad oggi, per la soluzione del problema. Da alcune indiscrezioni trapelate nelle scorse settimane, sembrerebbe esserci una soluzione al problema, attraverso la realizzazione di una nuova area di raccolta, più funzionale, più adeguata, rispetto a quella attuale, che sorgerebbe in un terreno di fronte a quella oggetto dell’incendio. Una “boccata d’aria fresca” che, si augurano i licodiesi e gli abitanti del quartiere “Fontana”, non sia solo un argomento della imminente campagna elettorale.