Oltre all’inquinamento, tra gli illeciti di quella zona, anche 6 automobili privi di copertura assicurativa
848 giorni, poco più di 2 anni e 3 mesi. È questo il tempo, giorno più giorno meno, che è trascorso da quando attraverso la nostra testata giornalistica ci occupammo di una macrodiscarica a cielo aperto che insiste nel quartiere “Pepe” a Santa Maria di Licodia. Una discarica “spaziale”, potremmo dire, – come spaziale è la magra figura di chi non bonifica e non attua deterrenti contro gli sporcaccioni in quella zona – immortalata non solo attraverso le nostre immagini ma anche dai satelliti del più famoso sistema di mappe offerto dal motore di ricerca Google. Inerti abbandonati lungo una scarpata, elettrodomestici fuori uso e mobili abbandonati fanno da padroni sui costoni della scarpata che da quel punto scende ripida verso la zona “Pietra Pirciata”.
E per assistere a questo immane scempio, non serve percorrere molti chilometri. Basta infatti addentrarsi per qualche metro all’interno dall’omonima via che dà il nome alla zona, per trovarsi sul terrazzamento lavico meta di tanti sporcaccioni che nel corso degli anni, in maniera indisturbata, hanno continuato a scaricare rifiuti di ogni genere a discapito dell’ambiente e della salute di chi in questo quartiere risiede.
Un materasso, una vecchia porta in legno, i resti di un letto, di un armadio e le vecchie tv sono ancora li, dopo oltre 2 anni dalla prima segnalazione. Dall’alto del costone dal paesaggio mozzafiato è possibile scorgere, a valle, anche diversi cumuli di immondizia proprio alle spalle del complesso storico-paesaggistico della Pietra Pirciata. Addentrandosi tra la vegetazione prettamente mediterranea del costone lavico, ci si può inoltre imbattere in tanti rifiuti ferrosi, televisori e parti di automobili, che contribuiscono a rendere la zona ancora maggiormente inquinata.
Una terra di nessuno, dimenticata dalle istituzioni, che nel frattempo preferiscono apparire in tv in zone più “in” del paese piuttosto che sporcarsi le mani in quei quartieri dove molti problemi rimangono irrisolti da decenni. Una terra dimenticata dagli amministratori smemorati che si ricorderanno di questi licodiesi solo qualche mese prima delle prossime elezioni, quando promettendo montagne verdi ma già sapranno che nulla sarà fatto per risolvere i problemi di questa parte del paese. E nel frattempo, qualche amministratore, dimentica pure che proprio in questa zona c’è cresciuto e vissuto per tanti anni, non ponendo come priorità del proprio mandato quello di valorizzare un quartiere storico di Licodia.
Una zona, quella del Pepe, che dovrebbe essere maggiormente “osservata” dal punto di vista del controllo e della sicurezza, che non ha visto “guadagnare” nemmeno una delle 100 telecamere di videosorveglianza installate nel paese nelle scorse settimane. Nessuna telecamera né all’imbocco delle due vie d’accesso alla zona, né all’interno del quartiere. Telecamere, che avrebbero certamente potuto fare da deterrente a chi utilizza quel quartiere come discarica del paese o come deterrente a chi indisturbato circola con veicoli privi di copertura assicurativa.
Tra piazza Torino e via Quintino Sella, infatti, su 13 veicoli presenti nel pomeriggio di ieri, ben 6 risultano essere sprovvisti da copertura assicurativa (così come verificato attraverso il portale dell’automobilista). Assenza di Rca che impedirebbe a queste auto non solo la circolazione ma anche la sosta su una pubblica via, così come previsto dal codice della strada. Un quartiere, dunque, che attraverso alcuni suoi abitanti grida rispetto e attenzione da parte delle istituzioni ma che ancora oggi non riesce a trovare un aiuto concreto per un vero riscatto.