Il consigliere Francesco Furnari continua a sostenere la tesi dello «scambio di favori tra il sindaco e il consigliere Fazio», in cambio di una “ritrovata maggioranza perduta”
La questione “Faziogate” con relativa delibera attraverso la quale la giunta municipale di Santa Maria di Licodia ha deliberato l’esonero, per il consigliere comunale Salvatore Fazio, della realizzazione di opere di decoro urbano in cambio della cessione di una “fetta” di terreno della larghezza di 5 metri prospiciente un fabbricato da realizzare in c.da Cavaliere Bosco, avvenuto nel 2011, sembra non placarsi.
A chiedere la controreplica a quanto dichiarato ieri dal primo cittadino Totò Mastroianni, è stato direttamente il capogruppo de “La Scelta” Francesco Furnari che lo scorso 30 Giugno ha sollevato il polverone sulla questione.
Parole di certo non tenere quelle di Francesco Furnari, nei confronti del primo cittadino che a suo dire «incarna quanto di peggio la politica ha espresso negli ultimi anni».
Il consigliere Francesco Furnari, non desiste dal sostegno della tesi che «la questione della delibera è chiaramente un accordo politico a fini personali» che esula da qualsiasi beneficio per l’ente o per la collettività, come invece riferito dal primo cittadino durante l’intervista di ieri, il quale incentra la questione sull’infrastrutturazione di contrada Cavaliere Bosco.
«Questo controllo e questa legalizzazione di un atto che a dire del sindaco “non era un atto legale”, a mio avviso è tardivo. A fronte di questo, il sindaco avrebbe dovuto segnalare e denunciare eventuale illecito e non fare una delibera nella quale scrive cose diverse da quelle che dice».
Confermato, come anticipato, che il gruppo d’opposizione è già all’opera per la redazione di un’interpellanza attraverso la quale si vorrà chiedere chiarimenti sul «quando la ditta “Fazio” restituirà questa porzione di terreno».
Riguardo all’ormai famosa questione del “salto della quaglia”, Francesco Furnari ha ribadito ulteriormente come l’uscita dalla maggioranza dei 4 componenti che costituiscono oggi il gruppo “La Scelta” è riconducibile alla non «condivisione di quel percorso di mancata trasparenza e di incoerenza rispetto a quelli che erano i programmi e lo abbiamo fatto in maniera pubblica. Noi siamo andati via dal gruppo di maggioranza perché non siamo oggetto di mercanzia».
In tutta la vicenda, un occhio di riguardo va di certo rivolto alle “quaglie” che a quanto pare pullulano nel civico consesso licodiese. L’auspicio non può che essere quello che gli eccessivi “salti” da uno scranno all’altro non mettano a rischio la loro sopravvivenza politica, esponendoli ad un fuoco nemico ormai pronto a sparare all’interno della prossima campagna di “caccia elettorale” che da qui a breve si aprirà nel centro pedemontano.