Le periferie del paese, meta preferita da chi abbandona rifiuti
Una vera e propria beffa alle istituzioni, da parte degli sporcaccioni di turno, quella a cui è possibile assistere sul vecchio tratto della strada statale 121 in territorio di Santa Maria di Licodia, nei pressi della strada Comunale Calafato. Sacchi di immondizia, rifiuti di ogni genere, abbandonati proprio sotto le telecamere di videosorveglianza che avrebbero dovuto fare anche da deterrente al chi ha fatto dell’inquinamento del territorio uno stile di vita irrinunciabile. Ma “a questo punto, una domanda sorge spontanea”.
Quell’immondizia, è stata abbandonata prima dell’installazione delle telecamere? Se sì, ci chiediamo perché non sia stata rimossa in concomitanza con l’installazione delle telecamere, per segnare una sorta di spartiacque tra il prima e il dopo. Oppure, quei sacchi di rifiuti, sono stati abbandonati dopo l’installazione delle telecamere? Se fosse vera questa seconda ipotesi, ci chiediamo, quante contravvenzioni siano state elevate per l’abbandono di quei rifiuti e quante auto sono state identificate, in quell’esatto punto.
E come se non bastasse, su segnalazione di un nostro lettore, Yvii24 è tornata nuovamente sulla scena di un altro crimine ambientale – la Sp 85 che collega Licodia con il vecchio tratto della Ss121 – dove, nonostante siano passati 7 mesi, la “pistola dello sporcaccione” è ancora fumante e il “morto” è ancora steso sull’asfalto. Una situazione peggiorata, sempre dal punto di vista dell’abbandono selvaggio dei rifiuti, quella riscontrata in quest’altra area ricadente sul territorio licodiese. Sacchi neri con immondizia di ogni genere, i classici televisori e materassi nonché l’immancabile e pericolosissima ondulina in eternit, già immortalata nel primo servizio riguardante la provinciale 85.
Nessun miglioramento, nemmeno al di sotto della strada, in un vallone naturale che corre lungo il confine tra Licodia e Biancavilla. Immondizia, copertoni e altri rifiuti (fra cui una vasca da bagno!), la fanno da padroni. Ed anche qui, come nella strada comunale di Fora – della quale vi abbiamo raccontato negli scorsi giorni (rileggi l’articolo) – la pulizia del territorio diventa una palla pazza che rimbalza tra istituzioni. Ma nel frattempo che le lungaggini burocratiche definiscano se la competenza della bonifica e della sorveglianza è di competenza comunale o della Città Metropolitana di Catania, a farne le spese sarà sempre e comunque l’ambiente, costretto ad essere deturpato da chi ha ben impresso nel proprio Dna la sequenza genetica dell'”inciviltà”, che rende tutti sordi all’urlo di una Terra che sta vivendo i suoi ultimi respiri.