Salta la processione del fercolo. Diversi gli spettacoli in cartellone tra cui “Una ragazza per il cinema”
Sarà una festa patronale ridotta nella sua dimensione esteriore, ma non per questo meno intensa e priva di valore, quella che questo fine settimana prenderà il via a Santa Maria di Licodia in onore del proprio santo patrono Giuseppe. Nell’incertezza dettata dalla pandemia da Coronavirus, don Santino Salamone insieme al comitato per i festeggiamenti, hanno comunque voluto garantire alla comunità licodiese una ricorrenza che esalti maggiormente la spiritualità e la fede nei confronti del Patriarca. Una ricorrenza, quella di quest’anno, che ricorda tra l’altro anche il 150° anniversario dell’elevazione della figura di San Giuseppe a patrono della Chiesa Universale. Ad aprire i festeggiamenti, sabato prossimo, sarà il “giorno dedicato alla Madonna di Licodia” con la tradizionale sbarrata del simulacro in Chiesa Madre. Durante la serata sarà anche benedetto il nuovo simulacro della Madonna di Licodia, rifacimento della storica statua lignea di origine bizantina, trafugata nel 1974. Una statua che rispetterà alcuni aspetti della statua originaria, ma che presenterà delle peculiarità nuove che la faranno più vicina ai nostri giorni. Ad essere mantenute saranno principalmente le proporzioni e l’impostazione generale della Madonna di Licodia nel rispetto soprattutto del significato teologico della statua originale.
Madonna del Robere Grosso, tra storia e leggenda
La statua della Madonna del Robore Grosso, del secolo XII, fu trafugata nel 1974 dalla chiesa Madre di Santa Maria di Licodia ed era proveniente dal monastero omonimo di Adrano e trasferita nella chiesa monastica al tempo dell’abbaziato di De Soris. Si trattava di un’opera di grande valore storico e teologico che richiamava l’iconografia orientale della Madonna dell’Odigidria o dell’Itria. Statua, quella trafugata, attorno alla quale fede e leggenda intersecavano in un’unico filo conduttore la nascita del comune ed il primo culto cristiano a Licodia. Secondo la tradizione, infatti, in un caldo pomeriggio d’agosto, un pastore pascolava il suo gregge nella contrada detta Licodia, quando si scatenò un violento temporale. Il pastore, trovò riparo sotto la chioma di un grosso albero di robore e per la grande paura chiese aiuto per se e il suo gregge alla Madonna, promettendo l’abbattimento dell’albero da cui avrebbe ricavato l’immagine della Vergine e sul luogo avrebbe costruito una chiesetta. La grazia fu concessa e il pastore sciolse il suo voto realizzando la statua lignea e la chiesa di Piano Ammalati in contrada Schettino.
I festeggiamenti religiosi, proseguiranno poi nella giornata di domenica quando parroco e sindaco, a nome della comunità ecclesiale e civica, doneranno al Santo Patrono la chiave della città e renderanno grazie per aver preservato il paese dai contagi nei mesi più critici della pandemia. Ad essere presente in mattinata, anche Sua Eccellenza l’Arcivescovo Metropolita di Catania Salvatore Gristina. La conclusione dei festeggiamenti lunedì sera, con la Santa Messa. Tutte le celebrazioni religiose si terranno all’interno della Chiesa Madre, nel rispetto delle indicazioni previste dalla Cei in materia di contenimento del coronavirus. Il simulacro del santo sarà riposto e custodito all’interno della cameretta, domenica 6 settembre per l’ottava della festa.
A partire da domani, all’interno del Chiostro dei Benedettini si terranno diversi momenti di spettacolo all’interno del cartellone “Licodia in festa” predisposto dall’amministrazione comunale. Il primo, venerdì sera alle 21:00, con i ritorno del format “Una ragazza per il cinema” giunto alla sua XXXII edizione organizzata da Antonio Lo Presti e Daniela Eramo. Sabato, sarà poi la volta del premio “Torre d’argento” organizzato da Giancarlo Santonocito e dall’associazione “La Radice” all’interno del chiostro dei Benedettini. Domenica sera, l’esibizione del gruppo d’ottoni “Vulcanica Brass Ensamble” e lunedì la conclusione degli spettacoli con “Carlo Caneba Show” presentato da Diego Caltabiano.