Diverse strade del quartiere a ridosso di via Aldo Moro versano in uno stato di abbandono da anni. Gli abitanti: “Pronti ad una raccolta firme”
Benvenuti a Beirut, anno 1990. Qui, tra queste strade, si è appena conclusa la guerra civile libanese. Ah, no, scusate, dalla redazione mi fanno notare che siamo a Santa Maria di Licodia e che ci troviamo nell’anno domini 2020. Uno scenario da terzo mondo, da città che hanno subito pesanti bombardamenti, è quello che appare davanti a chi percorre alcune strade della zona nuova del paese ricadente tra la via Aldo Moro, via Giuseppe Tomasi di Lampedusa e via Superiora Nunziata Nicolosi. Una zona dimenticata da tempo, che non ha avuto la fortuna di ricadere tra le 10 strade prescelte dall’amministrazione comunale che verranno riasfaltate nelle prossime settimane.
Un quartiere che ha visto aumentare esponenzialmente i suoi residenti – licodiesi e non che hanno voluto investire nel mercato del mattone – i quali non hanno di contro potuto assistere ad alcun beneficio dal punto di vista dei servizi di urbanistica offerti dal comune. Vere e proprie voragini nell’asfalto sono presenti su via Tomasi di Lampedusa all’incrocio con la via Dott. Pietro Severino. Situazione analoga, la si può notare in via Saro Urzì, priva di asfalto, oggi una vera e propria trazzera che collega via Tomasi di Lampedusa con via Superiora Nunziata Nicolosi, con erbacce che invadono la sede stradale e priva di ogni forma di illuminazione.
All’incrocio tra via Urzì e via Tomasi di Lampedusa, è presente anche un tombino sopraelevato di diversi centimetri rispetto al manto stradale pericoloso per chi si avventura in queste strade o per chi le percorre la sera. Continuando l’offroad su via Tomasi di Lampedusa, a destare curiosità sono anche due pali della pubblica illuminazione posti a tre quarti della strada asfaltata. Chissà, ci chiediamo, a cosa stesse pensando il progettista. Dal punto di vista dell’illuminazione, la situazione non è delle migliori, come se volesse piovere sul bagnato. Via Tomasi di Lampedusa rimane in gran parte al buio durante le ore serali e notturne, considerato che gli impianti di illuminazione non coprono l’intera arteria cittadina.
Alcuni residenti, per ovviare al problema, hanno provveduto autonomamente all’illuminazione del tratto antistante la propria abitazione, attraverso il posizionamento di fari. Altra difficoltà lamentata dai residenti di quella zona, è l’assenza su via Aldo Moro di specchi che permettono di accorgersi del sopraggiungere di altre auto, a chi da via Tomasi di Lampedusa e via Superiora Nunziata Nicolosi si immette sulla circumvallazione. Due strade, queste ultime, che sboccano su via Aldo Moro proprio su un lungo curvone dove le auto sfrecciano spesso a velocità sostenuta.
Una zona “nuova” del paese nata già vecchia. E a farne le spese di tale abbandono sono da un lato gli automobilisti, che rischiano di sfasciare le proprie autovetture, e i bambini che su queste vie meno trafficate vorrebbero scorrazzare liberamente in bici, o giocare a pallone come si faceva un tempo, ma che non possono farlo. Una situazione definita “insostenibile” da alcuni abitanti che sarebbero già pronti a dar vita ad una raccolta firme da inviare al comune, per accelerare il processo di sistemazione di questo quartiere licodiese attesa ormai da tanti anni.
Ma il tour delle buche non finisce certamente qui. Ad aver attirato l’attenzione è anche una situazione di degrado che si presenta sulla strada comunale Cicero che dal cimitero licodiese collega con la fontana del Cherubino. A fare da pessima cartolina al paese nei confronti di chi, immaginiamo noi, avrebbe scelto di trascorrere qualche giornata in una struttura ricettiva di quella zona o di chi vorrebbe visitare delle zone storiche del paese, è una caditoia assente da chissà quanto tempo. Forse a seguito di un furto delle griglie protettive, gran parte di questa caditoia è scoperta, una vecchia transenna è finita all’interno del buco e nel frattempo è cresciuta alta l’erba tra immondizia e un vecchio secchio arrugginito. Uno dei tanti problemi sotto gli occhi di tutti, ma di cui nessuno si accorge.