L’opera dalle origini incerte, si è sbriciolata sotto la potenza del sisma di sabato
Anche la torre di Calafato a Santa Maria di Licodia non ha resistito alla potenza del sisma di sabato notte. Sotto la potenza del terremoto, i gradoni realizzati in pietra lavica hanno ceduto, polverizzando un monumento dalle controverse origini storiche, la cui funzione e datazione è ancora oggi incerta. L’opera, nonostante l’incerta fattura, era certamente annoverata tra qui monumenti rappresentativi del territorio licodiese. C’è chi tra gli storici, ritiene che la struttura possa aver rappresentato un luogo di culto o addirittura una tomba di origine greca, mentre altri ritengono che possa trattarsi di un manufatto realizzato da imprenditori locali costruita o risistemata intorno alla fine del XIX secolo ed impiegata come vedetta per i guardiani che controllavano le campagne.
Un’altra visione, poco accreditata tra gli storici, sarebbe quella della torre come “pitrera”, cioè una struttura costruita con pietre derivanti dalla bonifica dei terreni che venivano messi a coltura. La torre di Calafato aveva una struttura in pietra lavica con pianta rettangolare, in cima alla quale si apriva un piano calpestabile accessibile dal lato nord-est attraverso una scala simmetrica di elevata fattura. La torre, era stata inglobata da una recinzione di un agrumeto privato e pertanto l’accesso era possibile solo in presenza dei proprietari del terreno, anche se per la sua mole era ben visibile dalla strada che costeggia il terreno.