Luigi Crispi: «Tutto è nato per caso e quando vidi la grande quantità di foto e sentii le avventure che raccontava, nacque in me l’idea di fare un documentario»
«Le fotografie possono raggiungere l’eternità attraverso un solo momento», che permettono a chi le guarda di poter vagare spazi sconfinati, tempi mai vissuti ed emozioni sempre vive. È stato proprio questo l’intento di Luigi Crispi che attraverso il lungometraggio “Una vita a ritmo di batteria” ha voluto consegnare all’eternità la storia del batterista licodiese Carmelo Onorato. Una vita ripercorsa attraverso le tantissime immagini raccolte in un album con dovizia e amore dallo stesso Carmelo – trasformato poi in un video – e commentate dai testi magistralmente composti dalla giornalista Sandra Mazzaglia. Testi ed immagini che riescono, attraverso un legame indissolubile, a trasmettere e donare a tutti la grande emozione di una vita vissuta in pienezza, quella di Carmelo, che ha rincorso sin da piccolo la sua più grande passione: la musica.
«Tutto è nato per caso – spiega ad Yvii24 Luigi Crispi – quando ho pubblicato su Facebook una foto di Carmelo Onorato trovata nei ricordi di mio padre. Carmelo, quando ha saputo di questa foto tramite Agostino Mobilia, mi venne a trovare un pomeriggio a casa per dirmi che aveva apprezzato e che voleva pubblicare altre sue foto personali. Quando vidi la grande quantità di foto e sentii le avventure che raccontava, nacque in me l’idea di fare un documentario. Dopo quell’incontro si sono susseguiti diversi incontri e ogni volta che ci vedevamo la sua rassicurazione era quella di sapere se il video, una volta pubblicato, lo potesse vedere anche Vito Aricò che si trova in Danimarca. Io ogni volta lo rassicuravo dicendogli che potenzialmente il video lo può vedere tutto il mondo e lui con uno sguardo un po incredulo gli spuntava un sorrisino di soddisfazione».
Un enfant prodige, Carmelo, classe 1931, che sin dall’età di 10 anni sentiva scorrere nelle proprie vene il ritmo della percussione, prodotto con oggetti tra i più disparati, come delle spazzole per i capelli o la base di una sedia in legno. Una passione da autodidatta che nella giovinezza ha maturato, sposando i ritmi americani “Jazz and Swing” importati da un altro licodiese – il maestro Giuseppe Ambra – che tornava da una prigionia di guerra a Casablanca. La nascita della prima band con Onorato batterista, la “Jazz Can Can”, formata anche da altri licodiesi come Placidino Aricò che cantava e suonava il piano, Salvatore Durso, Gino Onorato (fratello di Carmelo), Vittorio Furnari e Antonio Furnari, fu il trampolino di lancio di un periodo d’oro per la musica “made in Licodia”, che portò diversi musicisti – tra cui Carmelo Onorato – a calcare tra i più prestigiosi palchi internazionali come quelli della Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia e Germania. Una storia di musica ed in musica, che si è da sempre intersecata in un binomio perfetto con quella dell’amore, di quegli amori che forse fanno invidia ai giovani di oggi, vissuta intensamente e senza mai separarsi dalla moglie Franca, che lo ha sempre seguito nella sua folle ma grande passione di una vita.
Un documentario emozionante, quello narrato dalla voce di Zelda Carciola, con le musiche di Yuri Furnari, l’audio di Antonio Indaco, le riprese di Flavia Furnari, Filippo Furnari, Franco Costa e Luigi Crispi (che ne è anche regista) che si conclude con una poesia di Giuseppina Crispi e dal quale emerge quello spunto di riflessione profondo, su come oggi non si è più in grado, forse, di perseguire i nostri desideri, di come ci si arrende davanti alle prime difficoltà e di come, forse, questo mondo ha rubato i sogni di tanti.
«Il signor Onorato, in un pomeriggio dell’estate appena trascorsa – ci racconta con emozione Sandra Mazzaglia – ha voluto affidarmi i ricordi della sua vita da artista attraverso i racconti delle sue avventure più esilaranti, con un coinvolgente entusiasmo che da sempre lo ha contraddistinto. Sono stata io a ricevere tantissimo da Carmelo e spero che da lassù possa essere felice del lavoro prodotto, come fu felice il giorno che la una sua foto fu pubblicata su Facebook. Adesso, la storia di un grande artista, dalla grande modestia, potrà essere conosciuta».
Ci piace pensare, oggi, che dopo la partenza di Carmelo da questa terra, avvenuta lo scorso 10 Settembre, il paradiso sia allietato dal sorriso che lo ha sempre accompagnato, dalle simpatiche storie che amava raccontare e – tra un canto gregoriano ed uno polifonico – dal suo ritmo “Swing medio slow spazzolato” .