Approvate le tariffe Tari che rimangono invariate. Inevitabili tensioni in aula, dopo gli ultimi scontri a suon di comunicati fra presidente e “La Scelta”
Un Consiglio comunale con inevitabile tensione iniziale tra maggioranza ed opposizione, quello che si è svolto oggi a Santa Maria di Licodia dopo il rinvio della seduta di ieri che ha visto approvare oggi la tariffa Tari per l’anno 2017. Nessun sostanziale aumento, se non di qualche euro, rispetto a quanto già pagato dai cittadini lo scorso anno. In linea di massima, per una abitazione di circa 100 mq occupata da un solo componente pagherà circa 163 euro contro i 158 dello scorso anno mentre 4 componenti pagheranno 330 euro, stessa somma del 2016.
«Leggero aumento di tariffe – spiega il dirigente Nello Barbagallo – dovuto all’eliminazione dai ruoli di circa 100 nuclei abitativi monopersona. Le tariffe delle utenze non domestiche diminuiranno di circa 1,90 a mq, in quanto il comune ha accertato una discrepanza in eccesso di 7 mila metri quadrati in totale».
È il consigliere Angelo Barbagallo a chiedere chiarimenti sugli introiti netti di 25 mila euro derivanti dalla differenziata, giá depurati dai costi di gestione che ammonterebbero a 16 mila euro.
Domanda che fa scattare il sospetto al consigliere Rosario Contarino il quale ritiene che gli introiti netti ricavati dalla differenziata non siano 25 mila bensì 9 mila euro e che comunque si tratta di cifre preventive. Dubbio che porta alla sospensione di 5 minuti e che al rientro vede confermata la tesi del componente de “La Scelta”. «Avevo capito male – precisa l’assessore Buttò –. Il risparmio lordo è di 25 mila euro e non di 41 mila euro come precedentemente detto».
Primo emendamento alle tariffe giunge sempre dal gruppo “La Scelta” che propone, come lo scorso anno, la riduzione di 10 mila euro del costo di spazzamento, portandolo da 85 mila euro a 75 mila euro.
Proposta che messa ai voti trova l’astensione della maggioranza e quindi la non approvazione dell’emendamento, che viene motivata dal presidente Gurgone come riconducibile all’assenza del parere tecnico del geometra Mazzaglia che per impegni sopraggiunti ha preso parte con ritardo alla seduta consiliare.
A trovare accoglimento con 7 voti favorevoli e 4 astenuti – La Scelta – è invece l’emendamento avanzato dal presidente Gurgone il quale chiede di poter fissare le scadenze al 30 giugno, 30 settembre e 30 novembre.
«Si vota per partito preso e non per il bene dei cittadini» è l’accusa che viene lanciata dai banchi dell’opposizione dal consigliere Ciccio Furnari, al quale replica il consigliere Di Perna che specifica: «Non deve passare il messaggio che questa amministrazione è contro i cittadini. I 10 mila euro tolti dallo spazzamento sarebbero stati inseriti in un’altra voce di spesa».
È sempre Furnari a chiedere spiegazioni sul piano finanziario elaborato dagli uffici solo il 29 marzo. In base a quanto risposto dal funzionario Nino Mazzaglia: «Non c’é stato il tempo materiale per predisporlo prima». Tesi avvalorata anche dall’assessore Buttò, il quale giustifica gli uffici impegnati in importanti progetti che stanno oberando di lavoro i vari funzionari. Per nulla soddisfatto il consigliere d’opposizione che replica: «Ogni anno ci troviamo sempre di fronte al fatto che le proposte arrivano 48 ore prima all’ufficio tributi. La colpa non è solo di impiegati e funzionari».
Le intere tariffe sono poi state infine approvate con i soli voti favorevoli della maggioranza e quelli contrari del gruppo d’opposizione “La Scelta”. Data pure immediata esecutività alla proposta.