«I turisti ci scelgono per l’Etna e noi in cambio offriamo la spazzatura», questa l’affermazione pungente del medico in pensione, oggi imprenditore, Mario La Rosa che crede fortemente nel rilancio turistico del paese
Si è svolto sabato 19 novembre all’interno della sala conferenze di Palazzo Ardizzone a Santa Maria di Licodia, il dibattito pubblico organizzato dal gruppo consiliare “La Scelta” dal titolo “Rifiuti: oltre la discarica, quale futuro?”, che ha visto una buona partecipazione di cittadini licodiesi ed attraverso il quale si è voluto analizzare come il rifiuto possa essere trasformato da problema a risorsa.
Ha spiegato ad Yvii24 il chimico e consigliere comunale Rosario Contarino – che ha anche introdotto i lavori del dibattito – «Rispetto alle percentuali che si hanno in Sicilia, Santa Maria di Licodia è perfettamente allineata con pessime percentuali rispetto all’Italia. Negli ultimi 3 anni si è avuta una percentuale di differenziata che oscilla tra il 19% del 2014 al 15% dei primi mesi del 2016. Ovviamente ciò rappresenta un problema in quanto la soglia di differenziata dovrebbe superare il 65% già dall’anno 2012, con un conseguente aumento del 20% delle tariffe di conferimento in discarica. A Licodia si sostiene una spesa di circa 210 mila euro a fronte di soli 18 mila euro incassati come recupero della differenziata. La problematica fondamentale sta nell’assenza di formazione e informazione oltre all’assenza di un’isola ecologica innaugurata nel 2013 e che potrebbe portare alla riduzione dell’inquinamento ambientale oltre che a sgravi per i cittadini»
Ad intervenire durante l’incontro anche la consulente ambientale Valeria Pappalardo che ha illustrato la filiera dei rifiuti alternativa alla discarica e Angelo Naso di “Zero Waste Sicilia Etna”. «Zero Waste – dice Naso – nasce da quello che ci insegnano i Paesi Europei. La nostra mission si basa su una frase di Paul Connett che dice: “Un bene che dopo la fase del consumo va in discarica o incenerito, semplicemente non doveva essere prodotto”. La strada dei rifiuti zero prevede fabbriche di materiali dove a tutti i rifiuti vengono date “infinite vite”».
Altri interventi quelli del consigliere Francesco Anile, il quale ha evidenziato come la differenziata oggi rappresenti un costo, e di diversi partecipanti al dibattito come Turi Minissale, Piero Cannistraci, il professore Mario La Rosa che su Licodia ha deciso di investire con un B&B a pochi passi dall’ex l’isola ecologica e che oggi crede che l’economia licodiese possa ripartire dal turismo concludendo sarcasticamente il suo intervento con: «I turisti ci scelgono per l’Etna e noi in cambio offriamo la spazzatura».
A concludere l’incontro, coordinato dal capogruppo consiliare de “La Scelta” Francesco Furnari, è stata la deputata Regionale Angela Foti del M5S ed ex appartenente alla commissione ambiente all’ARS la quale ha affermato che «tutti i discorsi affrontati durante l’incontro sono di alto livello e contribuiscono al fallimento del sistema perchè è chiaro che il sistema è fallito da almeno 20 anni vivendo quotidianamente in “emergenza”. Abbiamo una produzione di rifiuti pari a circa 500 kg pro capite annui che moltiplicati per 5 milioni di abitanti ed ammesso che si fa il 10% di differenziata, portano in discarica due milioni di tonnellate di prodotto indifferenziato. Tutto questo genera un volume d’affari annuo di 200 milioni di euro che vanno sotterrati. Le responsabilità sono condivise e di tutti. L’anello mancante nei comuni è quello di restituire ai cittadini un riscontro della differenziata effettuata. Potrebbe nascere, con oggi, un osservatorio sui rifiuti dove tutti possono partecipare per segnalare i problemi e fare proposte. Con la soglia del 65% di differenziata in Sicilia si risparmierebbero circa 146 milioni di euro. Soldi – ha concluso la deputata pentastellata – che potrebbero creare circa 4 mila posti di lavoro nell’ambito della differenziata con un reddito annuo di 40 mila euro annuo a lavoratore».