In territorio di Santa Maria di Licodia una bomba ecologica. Un residente lotta dal 2002 per la bonifica del sito, senza ottenere alcun risultato
Le cronache locali sono ormai avvezze da tempo a riportare situazioni relative a “bombe ecologiche” che interessano l’hinterland etneo, con materiali pericolosi abbandonati nei pressi della abitazioni, che diventano un potenziale pericolo per la salute. Il “tour della vergogna” di oggi porta Yvii24 nella frazione di Schettino e più precisamente in via Spurpi, in un’area ricadente nei confini territoriali di Santa Maria di Licodia. Il principale incriminato della vicenda è un ex magazzino di arance che, all’interno, “custodisce” un proprio micro mondo ricco di macchinari di lavorazione in disuso, legname abbandonato, ingombranti di vario tipo, vecchi pneumatici, batterie esauste per auto, bidoni ed addirittura un’auto fiat 500 ormai coperta da centimetri di polvere che ne attesta l’abbandono.
Un danno ecologico denunciato da uno dei residenti, anche coerede della struttura, che già a partire dal 2002 cerca una soluzione alla vicenda anche a suon di carte bollate. Rischio ambientale che cresce, se si considera che la struttura risulta carente non solo della copertura ma anche del pavimento, con la possibile infiltrazione nel sottosuolo di eventuali agenti chimici dannosi che potrebbero inquinare le acque di falda. Nella zona interessata, vengono spesso visti aggirare indisturbati diversi topi di grosse dimensioni che trovano tra l’immondizia il loro luogo ideale dove poter “fissare dimora”.
È stato uno stesso coerede della struttura, dicevamo, ad aver indirizzato diverse segnalazioni al comune di Santa Maria di Licodia, alla Procura, alle Forze dell’Ordine e alla Prefettura. Sulla vicenda ultimamente è intervenuto anche il Nucleo Operativo Ecologico di Catania.