La notizia ha ormai fatto il giro del mondo: Gianluigi Buffon è il nuovo portiere del Parma. La leggenda del calcio italiano ha deciso di seguire il cuore e tornare là dove tutto ebbe inizio. Nessun grande club europeo, dunque, e nessun’altra big della Serie A. Per la seconda volta nella sua straordinaria carriera, colui che è considerato da molti il più grande numero uno di tutti i tempi disputerà un campionato nella serie cadetta.
Una scelta che può apparire insolita soltanto a chi non ha ancora compreso cosa passa nella testa del campione di Carrara. E per capirlo basterebbe ritornare con la memoria indietro nel tempo, a quando era il miglior portiere del mondo, corteggiato dal Milan più forte di tutti i tempi, e decise comunque di restare alla Juventus e retrocedere in Serie B. Gianluigi Buffon non segue il denaro, come ha più volte sottolineato con le parole e i fatti, ma i progetti che gli danno stimoli costanti e lo fanno sentire vivo e importante. Unico motivo, del resto, che lo ha spinto a tornare in bianconero dopo la parentesi PSG, come secondo portiere. Solo per la Juve, ha sempre dichiarato.
Così come solo per il Parma è disposto a giocare nuovamente in una serie inferiore. Niente coppe, niente palchi internazionali, nessuna gloria mondiale. Ma lo stadio di provincia che lo ha portato alla Serie A poco più che 17enne e che lo vede tornare 43enne. Non ha alcuna intenzione di fermarsi, Buffon, che con i gialloblu ha firmato un contratto biennale. L’obiettivo è ovviamente quello di vincere il campionato e tornare in massima serie, magari per terminare lì la carriera (se mai deciderà di concluderla, prima o poi).
Tanto romanticismo, dunque, nella scelta dell’ultima bandiera rimasta nel calcio italiano, che in Italia voleva restare, senza tradire però quella che è stata la sua casa per vent’anni. Quella Juventus con la quale ha vinto tutto, tranne la tanto agognata Champions League. E con questa decisione, Buffon ha anche smentito le malelingue che lo accusano di non riuscire a smettere per via dell’ossessione per la coppa dalle grandi orecchie. Ci ha provato a Parigi, ci ha riprovato alla Juve, sembra orma evidente che il neo numero uno del Parma ci abbia ormai messo una pietra sopra.
“Superman Returns” gridano dunque dalle parti del Tardini, dove ancora riecheggiano i cori vittoriosi degli anni d’oro, quelli in cui i gialloblu guidati da “Superman”, e da un indimenticabile Malesani, portarono a casa una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e una Coppa UEFA, sfiorando anche la vittoria del campionato, proprio contro la Juve.
Buffon deve la scelta di tornare al Parma a sua madre, come ha recentemente dichiarato in un’intervista. E proprio la famiglia ricopre un ruolo centrale nella vita del portiere, che oltre al calcio coltiva anche numerose passioni e diversi hobby: il Subbuteo e i giochi da casinò, ad esempio, e più recentemente l’imprenditoria, soprattutto nel settore della ristorazione e nella produzione di vini. Una vita vissuta al massimo, senza mai accontentarsi, e sempre seguendo l’istinto, a costo di risultare impopolare.
A Parma riceverà probabilmente anche la fascia di capitano, e un premio considerevole qualora dovesse arrivare la promozione in Serie A. C’è chi mormora che il portiere con il maggior numero di presenze in campionato e nella nazionale sia ancora molto lontano dall’ultima pagina della sua avventura calcistica, qualcuno ipotizza addirittura che voglia puntare ai mondiali in Qatar. Speculazioni giornalistiche, probabilmente, che potrebbero però non essere così fantasiose, se si pensa, appunto, a quanto per Buffon stesso risulti impossibile vedere la fine. È anche vero che il calcio è cambiato tantissimo e che, soprattutto per un giocatore non di movimento, raggiungere e superare gli “anta” in perfetta forma non è più così complicato. Il livello del nuovo numero uno gialloblu, per quanto ovviamente lontano dagli anni che lo hanno consacrato come il più grande della storia, è comunque sempre molto alto e, per molti versi, anche più alto di tanti colleghi ben più giovani. Insomma, saranno senza dubbio due anni interessanti, con un epilogo non necessariamente scontato.