A lanciare l’allarme è il Sole 24 Ore. Area “Val Simeto”: è seconda dietro “Madonie”, ma pesa il finanziamento perso per l’ex Macello di Adrano
Aree interne: il rischio flop è dietro l’angolo. È il Sole 24 ore a lanciare l’allarme su quello che doveva essere un modello di programmazione dal basso, di efficienza e coerenza nella spesa del fondi dell’Unione europea, ma che resta clamorosamente ancora al palo per 4/5. Il giornale di Confindustria, in un articolo pubblicato in questi giorni a firma di Nino Amadore, scrive che la Strategia nazionale per le Aree interne non è nemmeno nella fase di rollaggio. Insomma, le premesse sono buone, ma alla prova dei fatti burocrazia e amministratori siciliani danno il peggio di sé. La ministra per il Sud, Barbara Lezzi, nella relazione trasmessa al Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) parla di esperimento incompiuto.
La Regione con il Programma Operativo FESR (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale) Sicilia 2014-2020 ha stanziato per le Aree interne 155 milioni, di cui 86 per accessibilità, salute e istruzione e 69 milioni per tutela del territorio, valorizzazione di natura, cultura, turismo sostenibile, sistemi agroalimentari, sviluppo locale, artigianato. Cinque le Aree interne siciliane: solo l’Area delle Madonie è al passo con il ruolino di marcia ed è pronta per l’utilizzo dei fondi, mediante il finanziamento dei progetti. Ogni area interna beneficerà di 31 milioni di euro provenienti dal Piano Fesr, cui si aggiungeranno altre risorse da altre fonti di finanziamento.
A seguire c’è l’Area interna che ci interessa più da vicino, quella Simeto-Etna, o Val Simeto, dove si è a buon punto, seppur non al livello delle Madonie. Indietro, invece, l’altra area del catanese, il Calatino, e le restanti: Nebrodi e Terre Sicane. Per l’Area interna Simeto-Etna, la giunta regionale di governo ha già approvato lo schema dell’Accordo di programma quadro e la sottoscrizione dovrebbe avvenire in tempi brevi. La copertura finanziaria è di 31 milioni e 814 mila euro.
Il Sole 24 ore scrive che a complicare le cose è il conflitto tra due opposte visioni: quella del Presidio partecipativo del Patto di Fiume Simeto (che riunisce oltre 40 associazioni) e quella dell’amministrazione di Adrano (comune capofila dell’Area interna).
Il presidio lamenta di non essere stato invitato, insieme all’Università, al tavolo della discussione, nonostante il contributo determinante reso in questi anni.
Come non ricordare che Adrano ha perso un milione e mezzo di euro per la ristrutturazione dell’ex Macello, con i fondi già stanziati e in parte trasferiti al comune. Un fatto che rischia di diventare un pericoloso precedente in vista dei fondi che devono arrivare nel territorio e che, ci si augura, non facciano la stessa ingloriosa fine. Scrive il Sole 24 Ore riportando una dichiarazione del Presidio: «Perdendo un primo pezzo del puzzle, si genera il timore che se ne perdano altri, oltre a sfaldare l’organicità di un ragionamento costruito con fatica e impegno da parte di una molteplicità di persone». Come dargli torto?