L’opera di Giacomo Balla illuminata attraverso un sistema di riciclaggio di luce. Approdato oggi anche l’autoritratto di Leonardo da Vinci “Tavola Lucana”
«Io creo luce». È così che Geo Florenti, nato in Romania ma italiano di adozione, sintetizza il senso della propria mostra allestita a partire da giovedì scorso a Taormina all’interno della mostra “Il futuro sopravvenuto” organizzata e curata da Giuseppe Stagnitta. Nel suo percorso artistico, Geo Florenti, ispirato al grande Leonardo, ha voluto unire e focalizzare la sua attenzione sui legami esistenti tra creazione artistica, ricerca scientifica ed ecosostenibilità. Un artista al quale non bastava il modo comune di esprimersi attraverso l’arte, ma che che ha voluto cimentarsi attraverso un nuovo modo di illuminare le opere d’arte.
È proprio in occasione dell’evento mondiale del G7, che Florenti ha dato luce all’opera di Giacomo Balla, “Complesso Plastico colorato di frastuono + velocità” – e contestualmente anche la cripta della Chiesa del Carmine che la ospita – senza influire sui consumi di energia, attraverso un sistema che utilizza piccole celle di silicio che riciclano la luce emessa da altre fonti luminose e la convertono in altra energia utile. Ad arricchire ulteriormente la mostra d’arte taorminese sarà, a partire da giorno 28 maggio, l’opera di Leonardo da Vinci “Tavola Lucana”, che è già approdata per la prima volta in terra siciliana intorno alle 8:00 di questa mattina custodita all’interno di una teca in vetro allarmata, grazie all’impego dell’art promoter Gianni Filippini.
«Quest’opera è illuminata senza consumo di energia», spiega Geo Florenti ai microfoni di Yvii 24 mostrando l’opera di Giacomo Ballo. «Il mio messaggio è: perchè non illuminiamo l’arte senza consumo di energia? Questa è la dimostrazione che funziona e si può fare. Iniziamo dall’arte. Immaginate che il mondo è pieno di lampadine, ma se noi riuscissimo da queste luci emesse dalle lampadine a creare altra energia, sarebbe stupendo. Ovunque è presente una luce accesa posizioni piccole quantità di silicio, di celle fotovoltaiche, riciclo quella luce emessa che si consuma in quell’istante e creo altre applicazioni, altra luce ed altra energia. Io come artista mi concentro su una cosa che serve, necessaria, e quindi creo luce».