Agli enti locali si imputa il mancato pagamento di IMU e TARSU e delle tasse di possesso automobilistiche dei mezzi comunali
La società più temuta dai siciliani, “Riscossione Sicilia”, ha avviato ufficialmente la procedura di pignoramento nei confronti di 113 comuni siciliani per il mancato pagamento di IMU e TARSU per gli immobili di loro proprietà nonchè per il mancato pagamento delle tasse di possesso automobilistiche dei mezzi comunali. Gli enti locali che nei prossimi giorni vedranno notificati i decreti di pignoramento, dovranno versare alle casse della società di riscossione siciliana una cifra di circa 43 milioni euro, così come annunciato oggi dal quotidiano “La Sicilia” che cita un report della società di riscossione dello scorso 29 Giugno.
Nel nostro comprensorio, la ghigliottina è stata azionata in maniera inesorabile, da Antonio Fiumefreddo – presidente di “Riscossione Sicilia” – per i comuni di Adrano, Biancavilla e Belpasso. Il primo posto del podio dei creditori è occupato da Adrano con un debito di quasi 1milione e 300 mila euro, seguito da Biancavilla con 234 mila euro e Belpasso con solamente (si fa per dire) 92 mila euro.
A guidare la classifica dei “migliori” debitori siciliani è il Comune di Catania, il quale dovrà versare quasi 19 milioni di euro, per scongiurare pignoramenti ed allontanare il fantasma del dissesto finanziario tanto richiesto dallo stesso presidente Fiumefreddo. Per la provincia di Catania, il comune di Adrano riesce ad aggiudicarsi anche la medaglia d’argento, preceduto solamente dal comune di Catania che occupa il gradino più alto.
«Non è accettabile che i Comuni chiedano le tasse ai cittadini – afferma Antonio Fiumefreddo – ma poi non onorino i loro debiti con l’erario, così come non onorano i debiti con i privati. Negli anni il malgoverno delle città ha distorto il modello istituzionale democratico. Sia chiaro che non si può continuare così, ma i sindaci abbiano il coraggio, che poi sarebbe un obbligo di legge, di dichiarare il dissesto anziché indebitare ulteriormente i Comuni e quindi i cittadini stessi»