Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani (centrodestra) è oggi a Roma insieme l’assessore regionale all’Energia Roberto Di Mauro per incontrare il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.
Schifani intende chiedere poteri speciali, analoghi a quelli concessi al sindaco di Roma Roberto Gualtieri (centrosinistra) affinché, analogamente, il presidente della Regione Sicilia possa procedere con sollecitudine alla realizzazione nell’Isola di due termovalorizzatori che dovrebbero risolvere nel tempo l’emergenza rifiuti nella regione.
I termovalorizzatori si dovrebbero costruire nell’area industriale di Gela, nella zona di Piana del Signore e, a Catania, in località Pantano d’Arci. Per il primo c’è stata una manifestazione d’interesse della società Asja Ambiente; per il secondo della A2A.
Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha comunicato che è pronto a questa scelta, sostenendo di non avere pregiudiziali sul tema “È una valutazione che può essere fatta. Non c’è nessuna preclusione. Non possiamo avere una situazione dei rifiuti come quella di diversi territori, a sud e a nord. E non possiamo far pagare ai cittadini italiani il trasporto dei nostri rifiuti in Germania, dove sono poi utilizzati per produrre energia elettrica, e poi comprare energia elettrica, quindi far pagare ai cittadini italiani due volte la stessa cosa”.
Alcuni giorni addietro nell’Assemblea Reginale Siciliana, l’assessore Di Mauro aveva fatto presente che per la costruzione dei due termovalorizzatori in Sicilia non bastano le procedure messe in campo dal precedente governo siciliano di Nello Musumeci (centrodestra).
L’assessore regionale all’Energia ha aggiunto che occorre un Piano rifiuti. Di Mauro lo ha dichiarato rispondendo a una interrogazione in Aula.
E ha fatto notare “un fatto strano in Sicilia, aumenta la differenziata, ma l’indifferenziata resta la stessa”.
Al riguardo il PD ha evidenziato come ciò sia incomprensibile tanto più che i dati demografici in Sicilia danno una diminuzione della popolazione.
La vicenda non ha spiegazioni, salvo, si ipotizza, parte della frazione di differenziata conferita dalle società che gestiscono la raccolta nei vari Comuni non sia alterata da chi la riceve per divenire indifferenziata.
Ciò si traduce in un duplice danno, non solo in quanto non diminuisce l’indifferenziata, ma, secondo i parametri dettati dall’Unione europea, non conta la quantità di differenziata raccolta, bensì quella che effettivamente si avvia a recupero e a riciclaggio.
Nell’immagine di copertina il termovalorizzatore di Brescia ove secondo dati Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) nel 2018 è stato trattato il 69% dei rifiuti di tutta la Nazione.
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